“IL BALLO” CON DARIA PAOLETTA, DAL ROMANZO DI IRENE NEMIROVSKI, STELLE SPLENDENTI NEL PANORAMA TEATRALE

| 2 Settembre 2018 | 1 Comment

di Eugenio Limburgo______

Io sono innamorato di Daria Paoletta. Lo confesso così, senza perifrasi o riserve.

Trattasi, chiaramente, di Amore artistico!

Tu metti assieme un luogo unico al mondo, un’Attrice fantastica, un Testo allucinante e coinvolgente; ci aggiungi lo sfondo del mare e le luci della costa, una spruzzata di stelle in una notte di mezza estate e…giudicate voi!

Il luogo è il Parco Archeologico di Santa Maria d’Agnano, fra gli ulivi della campagna di Ostuni, dove si trova la grotta che custodisce da ventottomila anni il corpo di Delia, una donna in gestazione, la Madre più antica del mondo, testimone della Storia della nostra Terra e di tutti noi. Questo luogo ci dona un qualche speranza di immortalità dei segni, fisici o spirituali, lasciati dall’Uomo; pur nell’insondabile dell’Infinito e dell’Eterno.

Da Delia nasce, per il primo anno, la rassegna “Teatro Madre”, con la direzione artistica di Daria Paoletta e Enrico Messina per Armamaxa – Pagine Bianche Teatro.

L’anfiteatro del Parco, in splendida posizione, è stata la degna cornice ai cinque spettacoli per famiglie e quattro per adulti che hanno avuto un grande successo di pubblico e gradimento. Scommessa vinta!

Daria Paoletta fonda la Compagnia Burambò, insieme a Raffaele Scarimboli, nel 1996 a Foggia. Dopo una lunga esperienza di Teatro per Ragazzi, la Compagnia evolve verso un Teatro di figura rivolto ad un pubblico non solo di bambini. Il percorso di crescita tecnica e artistica è stato accompagnato da incontri con diversi Maestri.

Attualmente Burambò collabora con molti teatri in Italia e vanta partecipazioni in Festival nazionali e internazionali. Resta fondamentale, nella sua attività, il lavoro che svolge nelle Scuole di ogni grado, attraverso Laboratori rivolti agli alunni e agli insegnanti per la diffusione della cultura del Teatro di animazione; opera assai meritoria per la formazione del pubblico futuro.

 

“Il Ballo”, che ha chiuso la rassegna per adulti, non è però Teatro di animazione. Io lo definirei solo Teatro perché c’è una Storia, diversi personaggi, interpretati tutti da Daria, vivente in scena, e un pubblico. E’ andato in scena per l’adattamento di Francesco Niccolini e Daria Paoletta, produzione Compagnia Burambò.

Appunto, una Storia.

 

L’opera teatrale è tratta dal romanzo breve omonimo di Irène Némirovsky.

Irène è una giovanissima scrittrice russa, riscoperta solo negli ultimi anni, trapiantata a Parigi; si affermò in Francia negli anni Trenta con romanzi strepitosi. Attraversa la Storia della prima metà del Novecento; morirà ad Auschwitz, nel 1942, un mese dopo essere stata internata. I suoi romanzi sono rimasti per molti anni in una valigia.

Era figlia di un banchiere russo sopravvissuto alla Rivoluzione d’Ottobre e di una donna identica alla protagonista del Ballo (quando il destino ti perseguita!).

“Il Ballo” è il prototipo della storia perfetta: pochi personaggi che, dalla tranquilla vita quotidiana, corrono verso la catastrofe.

Una famiglia di provinciali arricchiti; una moglie che vuole restare giovane per sempre e che, adesso, vuole godersi la vita. Un marito, preso dagli affari, vittima della Signora. La figlia quattordicenne, non più bambina e non ancora donna con tutti i sentimenti e le sofferenze di quella età.

La Signora vuole dare un ballo per tutti i nobili e le migliori famiglie della città, per affermare il loro nuovo status sociale. Ma la vita, a volte, non segue i nostri progetti..

La riduzione teatrale ci mostra il ritratto di un mondo che è anche il nostro; con le nostre debolezze, paure, fantasie, ingenuità, inutili crucci.

 

Il Ballo, nella sua Interprete, è un’altra stella in questa scintillante Estate di Teatro salentina.

Dopo lo spettacolo, a lungo applaudito dal pubblico tutto, e dopo aver salutato un gran numero di persone, Daria ci ha concesso una intervista, sebbene l’ora fosse ormai tarda. Ci ha così rivelato la difficoltà dell’adattamento di questo testo alla scena e la sua continua evoluzione dalle prime prove (dove eravamo presenti) circa tre anni addietro; e il prossimo progetto, con Gaetano Colella, Enrico Messina e Roberto Anglisani. La nuova avventura sarà un estratto dalle “Metamorfosi di Ovidio, Archetipo dell’Umano e del Divino.

Ad un certo punto, siamo rimasti soli, seduti al margine dell’anfiteatro ormai poco illuminato e, me ne rendo conto solo ora, le ho raccontato di me, delle mie Professoresse di Lettere che mi portavano a Teatro, da ragazzo; di Rudiae, la città messapica vicino Lecce, che sta venendo ora alla luce; della mitica signora che durante uno spettacolo, a Teatro, ha attraversato tutta la scena parlando tranquillamente al suo telefono(!); e di chissà cos’altro…

Poi, tornando al resto del mondo, la Signora Paoletta mi ha detto una cosa, per me, molto bella: “l’importante, nel lavoro dell’Attore, è mantenere quella purezza, quel candore che te lo fa fare per passione; solo in questo modo il pubblico percepisce l’Amore che tu hai per questo lavoro”.

Arrivederci alla prossima Estate con Delia che custodisce la Terra e sorveglia il Mare; e con Daria, naturalmente.

L’alba del giorno dopo l’incontro con Daria Paoletta è più limpida, senza ansie, senza perché. E’ così, è solo un nuovo giorno e le miserie umane mi pàiono più sopportabili.

Category: Cultura, Eventi

About the Author ()

Comments (1)

Trackback URL | Comments RSS Feed

  1. MAURIZIO ha detto:

    Articolo ben fatto. Sembra di essere in teatro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.