LECCECRONACHE / LA MATTINA DEL GIORNO DOPO
di Raffaele Polo______
Passata la festa.
A distanza di poche ore, è cambiato tutto.
Dove sono le migliaia di persone che si affollano nel centro storico, o che occupano i tavolini per assaporare qualsiasi vivanda venga loro ammannita?
Dove sono i venditori che, con voce sempre meno stentorea, cercano di attirare l’attenzione, proponendo semplici e inutili meccanismi che, però, vengono illustrati come irrinunciabili modernità?
E dov’è quel persistente odore di ‘cupeta’ che poi è, in realtà, il profumo della festa?
Solo nei pressi dei rivenditori di ‘scapece’ quel persistente odore non si sente, sopraffatto dal pesante afrore dell’aceto con lo zafferano…
E anche i suoni diffusi, in sottofondo, delle arie da opera e del ‘Bolero’ sono spariti nel nulla, frammisti ai facili motivi che solo Renzo Arbore può ancora proporre, con l’illusione che l’Italia sia ancora quella di Modugno, di Carosone e delle canzoni napoletane.
Pioviggina, in un mattino livido e senza fronzoli, una folata di vento ci rammenta che stanno arrivando: i soliti pensieri, le scadenze, le bollette, l’apertura delle scuole, la ripresa del lavoro.
Guardiamo scoraggiati davanti a noi, quattro piccioni becchettano intenti le briciole, davanti al bar. Ieri sera, invece… Luci sfolgoranti, volti stanchi ma felici, file per conquistare il posto nel parcheggio, il posto sulla navetta, l’entrata nell’area sorvegliata dietro le Poste, fila per ordinare un pezzo di pizza, file per pagare…ma vuoi mettere la soddisfazione di poter confrontarsi con i conoscenti e affermare perentoriamente: ‘Si, si, quest’anno la festa di Sant’Oronzo è riuscita proprio bene. Anche la puzza dei gruppi elettrogeni non c’era più…’
Con un pizzico di malizia, chiediamo ‘ E che cosa ti è piaciuto di più?’
C’è un po’ di silenzio. Poi una voce dice: ‘La via della movida con la gente seduta ai tavolini’
Un’altra si spinge più in là: ‘La banda che gira per la festa, anche di mattina’
E ancora: ‘I fuochi, sono la cosa più bella’
Una voce supera le altre: ‘Le borse, stanno dando le borse!’
E tutte le donne si precipitano verso la ragazza che distribuisce le borse di plastica pubblicitarie di un mobilificio. Finiscono in un attimo.
‘Tranquille, tra dieci minuti distribuiamo le altre’, assicura la promoter.
Ecco, io conservo di questa Festa dei Santi Patroni una borsa pubblicitaria.
Ogni volta che la userò, sentirò il profumo della cupeta, la zaffata dell’aceto della scapece e gli accordi della banda che, in lontananza, si appresta a suonare il Trovatore….
Category: Costume e società, Cronaca, Cultura