DIRITTO DI REPLICA / RETTIFICA / RENE’ DE PICCIOTTO A leccecronaca.it: “Avete tratto conclusioni sulla base di premesse errate. Non voglio fare rifugi per i ‘ricchi’ orfani di Briatore. Non voglio colonizzare Lecce. La mia è una famiglia di profughi, non di conquistatori”
Riceviamo e doverosamente pubblichiamo. Anzi, ringraziamo il dottor De Picciotto per la Sua circostanziata replica, che pubblichiamo con la stessa enfasi di quella usata nelle scorse settimane per i ‘pezzi’ che lo riguardano. Ne prendiamo atto a Suo diritto di replica, e per rettifica.
Chiediamo scusa inoltre per le inesattezze che ci ha segnalato, e, ancora, se, nell’ enfasi polemica, nel dna del nostro quotidiano, abbiamo mal interpretato fatti o atteggiamenti che Lo riguardano.
Questo per conto dei nostri lettori, che così hanno ora modo di sentirlo direttamente, e confrontare quanto ci ha detto, preziose informazioni inedite comprese, con quello che abbiamo scritto noi, con ciò potendo ognuno farsi la propria libera idea al riguardo______
Egregio Direttore,
ho avuto modo di leggere diversi articoli che mi riguardano sul quotidiano on line da lei diretto.
Vorrei evidenziare cinque aspetti su cui riflettere.
1) sugli errori materiali.
Sono italiano (solo italiano) pur essendo nato in Egitto.
Non ho mai vissuto in Italia prima di quest’anno, quando, a gennaio, ho deciso di prendere finalmente la residenza in Italia.
Sono figlio unico, non ho fratelli e sorelle, non ho mai avuto banche di famiglia. Le sue informazioni sul mio presunto fratello banchiere si riferiscono invece ad un mio cugino di secondo grado.
Ho cominciato la mia carriera più di cinquanta anni fa lavorando in banca in Francia da impiegato e poi, arrivato ai vertici come dirigente, ho deciso di mettermi in proprio trasferendomi in Svizzera.
Ho cominciato fondando una piccola banca. Ho fatto il banchiere per circa trenta anni con qualche fortuna ed un po’ di impegno, in Svizzera e negli Stati Uniti, fino a quando ho deciso di cedere le mie partecipazioni in aziende del settore bancario.
Non voglio costruire nessun monumento alla mia persona e nessun rifugio per “ricchi” orfani di
Briatore.
Non voglio fare il mecenate (o almeno non in questo caso, riservandomi la possibilità di decidere di
poterlo fare in futuro), ma semplicemente creare una piccola impresa attiva nei settori che conosco meglio.
Quello della ricettività turistica e del commercio.
Tantomeno mi occupo di turismo d’elite. Posseggo strutture ricettive di ogni genere in posti diversi del mondo, alcune low cost, altre di lusso. Semplicemente mi adatto al luogo in cui vado ed a quello che il mercato richiede in quei luoghi.
Mi auguro di poter dare lavoro alla gente, in relazione ai ricavi che le mie iniziative generano o possono generare, con la speranza di ottenere prima o poi anche dei profitti.
Non farei impresa altrimenti.
2) Sulla confusione volontaria (o meno) che cerca di creare.
Non ho intenzione, non l’ho mai avuta, di far diventare il palazzo già sede del Banco di Napoli un resort extralusso, ma ho semplicemente intenzione di creare un bar e degli spazi commerciali al piano rialzato (sei per la precisione) e di realizzare una palestra con un piccolo centro benessere al piano seminterrato.
Tutto ciò cercando di minimizzare gli interventi (all’esterno ed all’interno del palazzo) per preservare la bellezza dei rivestimenti esistenti (soprattutto i marmi presenti all’interno).
Prima di procedere in questa direzione ho fatto condurre dai tecnici una ricerca storica, per
comprendere la genesi del palazzo ed ho chiesto loro di rispettare, per quanto possibile, l’originaria
architettura della costruzione.
Ai piani superiori, il progetto di ristrutturazione del palazzo, prevede la realizzazione di residenze
attrezzate per la locazione di “case per vacanza”, secondo le previsioni delle norme regionali sulle strutture ricettive extra-alberghiere. Non ci sarà lusso, ne extra-lusso, ma appartamenti con angolo cucina e salotto che presumibilmente saranno offerte in locazione breve a prezzi pari ad un normale albergo a 4 stelle che offre analoghi servizi.
3) Sull’invidia e l’ignoranza dei fatti.
Non ho mai detto di voler costruire il nuovo stadio; ho detto invece che oggi a Lecce ciò non è possibile per varie ragioni. Ho detto di voler provare ad acquisire (tramite l’U.S. Lecce) lo stadio esistente per rimodernarlo e renderlo idoneo ad affrontare il nuovo campionato e per eventuali esigenze future.
Per far ciò occorreva ed occorre un progetto che sia economicamente sostenibile a breve termine. Non ho trovato, in relazione a questo progetto, la condivisione (sperata) da parte dell’Amministrazione comunale e quindi siamo andati avanti nel rispetto ciascuno dei propri impegni e del proprio ruolo.
Mi sono dichiarato disponibile ad anticipare delle risorse finanziarie per portare a termine un progetto di ammodernamento dello stadio, nelle more di un’acquisizione della proprietà da parte dell’U.S. Lecce che fosse pre-concordata col Comune. Ma questo, per l’amministrazione comunale, non era giuridicamente possibile.
Non ho presentato alcun progetto di ampliamento della Masseria Fortificata Pettolecchia. Abbiamo
ottenuto l’assenso formale e sostanziale della Soprintendenza al progetto di recupero proposto (già da luglio del 2017) ed attendiamo solo il permesso definitivo del Comune di Fasano, senza del quale potremmo ugualmente procedere con i lavori.
Per quanto riguarda il lido privato: abbiamo ottenuto il dissequestro del cantiere dopo neanche due
mesi dal sequestro (dovuto alla presenza di un “cordolo non autorizzato di 30 cm di altezza”) ed il giudice ha archiviato il procedimento.
Mi sembra strano che nei suoi articoli non menzioni il lido pubblico (ad accesso gratuito per chiunque) che sarà costruito, in adiacenza al privato, a spese della nostra società.
Rispetto al Cinema “Roma” dovrebbe forse, come sempre, verificare meglio le sue fonti per
comprendere che stiamo ristrutturando l’immobile per farne un cinema-teatro degno di tal nome, con soluzioni tecniche all’avanguardia.
4) Sulla realtà degli investimenti.
Nel Lecce ho investito denaro, non ho solo acquistato quote. Non ho nessuna difficoltà a dirle che ho contribuito con circa due milioni di euro, ad oggi, al capitale della società, ripianando perdite e favorendo lacrescita della società per fare in modo di affrontare il campionato della serie cadetta in maniera più che dignitosa.
L’ho fatto non perché abbia il cuore o il portafoglio giallorosso, ma per la considerazione che ho per la compagine sociale, composta da gente per bene.
In seguito ho avuto la possibilità, grazie ai miei soci, a cui avevo chiesto consiglio, di guardarmi intorno per capire se ci fosse la possibilità di fare impresa anche a Lecce, come faccio altrove nel mondo; ho ritenuto che quel palazzo, lì proprio nel cuore della città, “abbandonato” da dieci anni, di fronte al teatro ed al castello ed a due passi dalla piazza Sant’Oronzo, fosse una buona occasione imprenditoriale; ho esposto il mio progetto all’amministrazione che lo ha condiviso.
5) Sulla polemica sterile dei suoi articoli.
Mi ha sorpreso che una persona con il suo curriculum vitae abbia potuto trarre conclusioni ed
esprimere opinioni sulla base di premesse che non corrispondono in alcun modo alla realtà dei fatti.
Non ho intenzione di colonizzare nessuna città, tantomeno Lecce; questa sua affermazione non
rappresenta il modo di essere e di vivere mio e della mia famiglia. Non abbiamo mai colonizzato i posti dove abbiamo vissuto. La mia è una famiglia di profughi, non di conquistatori.
Renè de Picciotto______
LA RICERCA nell’ ultimo nostro articolo di due giorni fa