“Questo resterà negli annali”
(g.p.)______Manco i Vanzina, manco Neri Parenti, manco Cetto La Qualunque. Oggi le comiche, ciak si gira a Monte Citorio. Tutto vero, e fa ridere sul serio, eccezzziunale veramente.
Tutto sottratto, ci sta benissimo, fra tante noiose polemiche e tante velenose accuse delle cronache parlamentari quotidiane.
Il presidente della Camera, involotario attore e regista. Un deputato di Forza Italia, che non è un peones qualsiasi, ma insomma, uno dentro al cerchio magico berlusconiano, anche se mai assurto agli onori delle cronache politiche, il protagonista.
Oggi sono arrivato anche per lui i quindici minuti di celebrità teorizzati per tutti da Andy Warhol, e forse una finestra nella Storia.
Si tratta di Sestino Giacomoni, 51 anni, di Roma, iscritto a parlare nel dibattito in corso sul decreto dignità.
Roberto Fico, secondo la solenne liturgia del cerimoniale, gli dà la parola, ma sbaglia il cognome, lo chiama Giacomini. Gli sussurranno intorno, lui si corregge subito, e ribadisce “Giacomoni… Va beh, Giacomoni…Giacomoni…”.
Ma ormai è fatta. Comunque Giacomoni, col sorriso sulle labbra, si vendica immeditamente, con ottimo spirito di reazione, e straordinaria battuta pronta. “Grazie presidente Fica per cambiarmi il cognome”, esordisce, rendendogli pan per focaccia.
Ridono i protagonisti (nella foto), ridono tutti intorno a loro. Poi nell’ aula scatta addirittura un applauso liberatorio.
“Questo rimarrà negli annali…”, sentenzia alla fine Roberto Fico.
“Qualcosa di buono esce anche da quest’aula, presidente”, chiosa immediatamente, confermando le sue straordinarie doti ironiche, Sestino Giacomoni. Braccia sottratte al cabaret.
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