LECCE VISTA DAGLI SCRITTORI CONTEMPORANEI / 16 – IL DIALETTO MEZZO ESPRESSIVO DI NICOLA G. DE DONNO
di Raffaele Polo______
Ha scritto tanto, Nicola G. De Donno (nella foto). Ma solo negli anni Cinquanta, lui che era nato nel 1920, decide di affinare la propria coerente ricerca e sceglie di esprimersi in dialetto, con quella ‘palora majesa’ che lo accompagnerà fedelmente per tutto il lungo percorso culturale che fa del professore di Maglie certamente il più importante poeta dialettale salentino del Novecento.
De Donno si affranca dall’idea del dialetto da usare semplicemente in occasioni secondarie, limitandosi a quella poesia bozzettistica così comune ai poeti suoi contemporanei che scelgono il dialetto sorridendo, quasi sminuendone inconsciamente la portata di veicolo fondamentale, per imporre e inspessire le proprie idee legate alla semplicità della vita agreste o, comunque, povera e ricca di stenti che solo il dialetto può comunicare efficacemente. E l’esprimersi in versi dialettali non è neppure un espediente intellettuale, per confrontarsi con le difficoltà di una lingua nella lingua; al contrario, è mezzo potente, efficace, probabilmente unico per comunicare sentimenti e alti momenti esistenziali dedicati ai grandi Perchè della Vita.
De Donno, nella propria maturità, sposa il Messaggio d’Amore di Cristo, quello rivolto alla povera gente. E ne fa un leit motiv che emerge sempre più spesso dalle poesie e dalle composizioni che vengono unanimemente riconosciute come ricche di quel pathos che le rende inconfondibili e piene di vigore…
De Donno dedica la sua vita alla cultura popolare del Salento: raccoglie e pubblica proverbi, motti, dicerie, aneddoti della nostra gente, sforzandosi di rivelare e far emergere al meglio il nostro profondo, genuino sostrato umano, che condivide con la forza della propria sensibilità e nobilita con il dialetto magliese che, per molti versi, pare il più adatto a far spiccare i più genuini moti dell’anima.
Numerosi e qualificati i saggi sulla sua poesia: e anche le stampe e le ristampe dei suoi lavori continuano a tutt’oggi, nel piacevole tentativo di rendere al nobile Figlio del Salento magliese tutta l’importanza che, del resto, gli fu riconosciuta anche in vita. Così sintetizza lo stesso Poeta la sua irrinunciabile predilezione per il dialetto magliese:
Stu dialettu
E ddunque stu dialettu ca me zzicca,
sta palora majesa ca me fiocca
senza chiamata, se an canna me tocca
o cosa de ricordu o de rripicca
o se risu a lla mente se bbalocca,
sta palora majesa sicca e nicca
ca prute e cchiange, ca caranfa e llicca
e ssula su lla carta se trabbocca,
ete puru però pisu ca stocca,
catina de bbarcune ca ne ttacca,
mente e ccarne, a stu pizzu de bbicocca
de paese perdutu, ca lu scacca
lu sule e lli rrifiata bboccabbocca
distini chiusi comu ciralacca.______
16 – Continua______
LA RICERCA nei nostri precedenti articoli della rassegna (stanno nel nostro archivio, accessibile dalla home page, digitando anche semplicemente nome e cognome che interessa nel riquadro ‘CERCA’ a destra sotto la testata)
1 – ERNESTO ALVINO, 13 aprile
2 – ENRICO BOZZI, 20 aprile
3 – RINA DURANTE, 27 aprile
4 – SALVATORE BRUNO, 4 maggio
5 – CLAUDIA RUGGERI, 11 maggio
6 – ANTONIO VERRI, 18 maggio
7 – SALVATORE TOMA, 25 maggio
8 – RAFFALE PROTOPAPA, 1 giugno
9 – GIOVANNI POLO, 8 giugno
10 – FRANCESCANTONIO D’AMELIO, 15 giugno
11 – GIUSEPPE DE DOMINICIS, 22 giugno
12 – ROCCO CATALDI, 29 giugno
13 – VITTORIO PAGANO, 6 luglio
14 – GIULIO CESARE VIOLA, 13 luglio
15 – VITO DOMENICO PALUMBO, 20 luglio
Category: Cultura