“Allons enfants de la Patrie, le jour de gloire est arrivé”
(Rdl)______Degna conclusione, bellissima, di questi Mondiali di Calcio Russia 2018, i più belli di sempre. Vince la Francia, che riesce così nell’ impresa di una seconda affermazione, impresa di pochi, dopo quella casalinga nel 1998.
La Croazia esce a testa alta, dopo aver combattuto, ed essersi rivelata squadra incredibilmente affidabile, continua e piena di talenti, una nuova realtà, protagonista, insomma, sugli scenari internazionali.
Alle 17, ora italiana, quando le squadre entrano in campo, allo stadio Luzniki, sotto un cielo coperto, la festa andava avanti da un bel po’, sugli spalti, con coreografie bellissime dei tifosi.
Uno spettacolo, nello spettacolo.
Poi, al fischio di inizio, cala la tensione, che si poteva tagliare a fettine.
Grandi contro piccoli? Multiculturalismo, contro identità? Unione Europea, contro sovranismo? Spacconi imperialisti, contro semplici nazionalisti? Come la sfida decisiva era stata presentata in questi giorni in cui è stata all’ attenzione generale?
Tutte cazzate.
E’ stata solo una partita di calcio, fra due formazioni in ascesa, che se la sono giocata a viso aperto, con straordinaria intensità, come può avvenire solamente in una finalissima dei Mondiali.
La gara si sblocca al minuto 18. Traversone al veleno di Griezmann e il croato Mandzukic, nella mischia, la tocca male, mettendola nella propria porta.
Il pareggio della Croazia arriva dieci minuti dopo: un tiro da fuori area insidioso quanto preciso di Perisic, che la mette a fil di palo a sinistra del portiere, che non può arrivarci.
Ma la Francia, che pure appare meno dinamica e meno propositiva degli avversari, ritorna in vantaggio al 38′, ancora Griezmann, questa volta su rigore, assegnato, con il Var, per un evidente, quanto sfortunato, fallo di mano di Perisic: esecuzione impeccabile, tocco leggero e anche centrale, ma palla da una parte, e portiere completamente spiazzato dall’ altra.
Al rientro dagli spogliatoi dopo l’ intervallo, la Croazia intensifica le operazioni e questa volta in maniera più decisa di prima fa la partita.
L’ occasione migliore però è per la Francia, quando l’ uomo razzo Kylian Mbappè, imprendibile, palla al piede, arriva fino davanti al portiere, che riesce in qualche modo a ribattergli il tiro finale.
Sembra il preannuncio di quello che avverrà poco dopo.
Nel frattempo il fuoriprogramma di un’ invasione di campo di due facinorosi, che non si è capito bene chi fossero e cosa volessero, subito bloccati dagli uomini della sicurezza e trascinati a braccia fuori dal terreno di gioco, a vedersi ora la partita e il post partita con i poliziotti di Putin, e certo se la vedranno brutta. Unico neo, proprio in extremis, di un’ organizzazione perfetta.
Poi la Croazia cede.
Minuto 60. Un’ altra discesa devastante di Mbappè, senza esito; ma non è finita, gli sviluppi dell’ azione favoriscono gli attaccanti, la palla arriva a Pogba, che da fuori area indovina un’ altra conclusione vincente.
Cinque minuti dopo, su cross di Hernandez, il pallone arriva a Mbappè: questa volta, da circa venticinque-trenta metri, inventa con un tiro che si insacca in maniera irresistibile.
4 a 1, e partità chiusa?
Macchè.
Errore da viva il parroco all’ oratorio dei Salesiani del portiere francese Lloris, che, su retropassaggio di un difensore, mentre arriva Mandzukic tanto per e non per altro, decide di fargli un improbabile dribbling, invece di scaraventarla lontano, e finisce che quello gli soffia il pallone e lo deposita in porta.
Incredibile, in una finale mondiale, ma pure l’ allenatore di una squadra di ragazzini un portiere così se lo sarebbe mangiato vivo.
Deschamps, che vuol diventare campione del mondo anche da allenatore, dopo esserlo stato da calciatore, mastica amaro, ma non dà in escandescenze, perché è pur sempre sul 4 a 2, a venti minuti, più recupero, dalla fine.
Così, mentre i nuvoloni si fanno minacciosi nel cielo di Mosca, al Lazniki si gioca ancora, cioè ancora c’è partita.
La Croazia non ne ha più, però, ci prova nemmeno più per convinzione, ma per disperazione.
I minuti sono scanditi dalla stanchezza generale, comprensibile, dopo una partita di una tale intensità, al termine di un Mondiale a sua volta intensissimo.
Si arriva al 90′ che non succede più niente.
Cinque, i minuti di recupero.
Idee annebbiate, fallacci, svarioni da entrabe le parti: non succede più niente nemmeno in questi.
Ora è il tempo del trionfo dei Francesi, campioni del mondo, sul tetto del mondo a Mosca.