EMOZIONE CONTINUA / TIKI TAKA E LOTTERIA
(Rdl)______Tiki taka. Chissà chi l’ ha inventata questa espressione. Celebre anche per il programma televisivo che ne ha mutuato il nome, come avvenne con evidenza ben più rilevante, tanto da segnare un’ epoca, con ‘Pressing’, che così si chiamava appunto da un termine calcistico.
Tiki taka indica la ragnatela di passaggi asfissiante, il possesso palla esasperato ed esasperante, il gioco della Spagna, insomma, la Nazionale, ma anche a tratti delle due squadre di club maggiori. Andava avanti da più di un decennio, con risultati di dominio, già, perché gli avversari rimanevano avvolti nella trama continua e insistita, da sembrare senza fine, e invece all’ improvviso partiva un lancio smarcante al minimo calo di tensione, e beccavano gol. E poi ricominciava tutto uguale.
Fino a ieri.
Già, perché la Nazionale iberica ha cavato poco contro la Russia: motivi oramai risaputi, personaggi oramai in declino, più una crisi di conduzione tecnica cui la Federazione non solo non ha saputo far fronte, ma ha contribuito a peggiorare le cose.
1 a 1 al riposo, poi tiki taka contro pressing e arriva il 90esimo, pressing contro tiki taka e volano via pure i supplementari.
Per la prima volta in questo Mondiale, arriva così la lotteria dei calci di rigore.
La lotteria dei calci di rigore. Chissà chi l’ha inventata questa espressione. Che però non rende bene. Certo, il caso gioca la sua parte, i rigori li hanno sbagliati almeno una volta tutti, pure i fuoriclasse, però non è così.
Se lo tiri bene, se metti una botta sotto l’incrocio dei pali, il portiere non ci arriva, non può parare, anche se intuisce. Il portiere para un rigore comunque tirato male. E se sbagli tu che calci il rigore, non puoi prendertela con il destino cinico e baro.
Scende il silenzio, sale la tensione allo stadio Luzniki di Mosca, quando comincia la lotteria.
Esce il jacpot di Putin.
Impazziscono di gioia i Russi in tutto quanto il sempre grandissimo Paese.
Gli Spagnoli vanno a casa
Cade un’ altra delle grandi favorite, in questi sempre più belli, sempre più avvincenti Mondiali 2018.
Manco a dirlo, pure nella seconda partita di giornata, a sera, l’ altro ottavo di finale, il copione si ripete. Qui con meno emozioni durante i 90 minuti regolamentari. Danimarca e Croazia fanno pronti via, vantaggio e pareggio, poi succede poco, a mano a mano che il tempo passa, e cresce solamente la paura di sbagliare, l’ ansia di non scoprirsi. Inevitabile che sia così, fino a tutti i supplementari, o quasi.
La variante perfida è un rigore del resto sacroanto assegnato ai Croati praticamente alla fine dei tempi supplementari. Sul dischetto va il giocatore più rappresentativo, quello più quotato, Luka Modric, volto sofferto, sulle spalle la responsabilità di piazzare la botta che pone fine e fa calare subito il sipario, senza lotteria.
E niente, sbaglia, lo para il portiere danese.
Lotteria, lotteria.
Esce il jackpot Danijel Subasic, l’ estremo difensore croato, autore in passato, pure quello prossimo, di prestazioni imbarazzanti, e artefice di errori clamorosi.
Beh, ne para tre su cinque, calciati male, d’ accordo, ma in un modo o nell’ altro intercettati da lui, disinnescati. ‘Ne ho parati tre, che cazzo devo fare di più’, sembra dire, forse lo dice, vai a capire la lingua croata, che popul i slave, all’ ultimo compagno che deve segnare il gol decisivo. E lo fa, passa la Croazia, addio sogni di gloria per la Danimarca.
Ma il momento più bello è stato un altro, è stato quando Luka Modric è ritornato sul dischetto, alla lotteria, dopo aver sbagliato poco prima nei tempi supplementari.
Una responsabilità enorme: ssarebbe diventato lo zimbello di un intero Paee, se avesse sbagliato di nuovo, forse non avrebbe nemmeno più fatto ritorno in Patria.
Ma i Campioni veri si vedono nei momenti di difficoltà, quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare, sono quelli che non tremano di fronte alle proprie responabilità e se le sanno prendere, le sanno affrontare.
‘Stavolta infatti Luka Modric segna.
Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore
Non è mica da questi particolari
Che si giudica un giocatore
Un giocatore lo vedi dal coraggio
Dall’altruismo e dalla fantasia.
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