EMOZIONI CONTINUE / LA GERMANIA SCONFITTA 2 A 0 TORNA A CASA. ABBIAMO TUTTI UNA COREA DA PIANGERE
(Rdl)______Una specie di maledizione che si ripete, quella dei Campioni in carica, destinati a uscire al primo turno della fase ai gironi. Eppure, essa si scontrava ‘stavolta con un’ altra tradizione al contrario, quella per cui i Tedeschi comunque vanno avanti, se non fino alla fine, almeno abbastanza, qualunque siano gli avversari e in qualsiasi condizione si trovino, fino ad essere diventata una specie di luogo comune del calcio.
Corsi e ricorsi, statistiche e leggende del villaggio globale.
Certo è che l’ eliminazione della Germania è clamorosa.
Quasi quanto lo fu quella dell’ Italia del 1966 nei Mondiali in Inghilterra. Rimasta nella storia non solamente del calcio, ma pure del linguaggio comune.
La nostra, era del Nord.
Ma erano di dilettanti, lavoratori che giocavano a pallone. Chi ci fece il gol della sconfitta, era un ufficiale dell’ esercito in servizio permanente effettivo, diplomato dentista. L’ Italia aveva invece campioni come Mazzola, Rivera, Bulgarelli e un ancor giovanissimo Gigi Riva in panchina.
Era il 19 luglio 1966.
A Middlesbrough, ultima delle tre giornate della prima fase. Italia punti 3, Corea 1, ottenuto miracolosamente contro i deludenti Cileni, con l’ Urss già qualificata. Sembrava una formalità, contro dei “Ridolini” capaci solo di correre, come aveva relazionato Ferruccio Valcareggi, secondo dell’ allenatore Edmondo Fabbri. In carica e stimato, scelto perché aveva ottenuto quattro promozioni di fila con il Mantova, portato sotto sotto la sua guida dalla serie D alla A.
E invece…
Successe la più clamorosa delle sorprese, che poi fanno più bello ancora il gioco più bello del mondo.
Divenne una metafora del mai dire mai, del tutto può sempre succedere, dell’ imprevedibilità del destino, del dolore che tocca in sorte sempre e comunque a tutti.
Gli Azzurri rimasero in dieci, per infortunio: allora non c’erano le sostituzioni. Sprecarono una serie di palle gol. Al primo tiro in porta, invece, scagliato da fuori area, al minuto 42 Pak Doo Ik fece centro.
C’ era pure il tempo per recuperare, e invece…
Idee annebbiate, paura, panico, a ogni minuto che passava e faceva avvicinare il baratro.
Ci caddero dentro rovinosamente.
Le reazioni in Italia furono sdegnate.
I giocatori aspettarono là in Inghilterra qualche giorno, sperando che nel frattempo gli animi in Patria si calmassero. Macchè.
Quando tornarono, il 24 luglio, all’ aeroporto di Genova, c’ erano centinaia di tifosi ancora inferociti ad aspettarli, e dovettero passar loro davanti, accolti fra gli insulti con un nutrito e continuo lancio di pomodori, carote e altra frutta e verdura.
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