A DIECI ANNI DALLA MORTE / PIETRO FANIGLIULO, UN GRANDE ARTISTA SALENTINO, UN GRANDE UOMO
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Dieci anni fa Pietro Fanigliulo ci lasciava.
Pietro è stato senza ombra di dubbio il più grande incisore che ha operato nel Salento negli ultimi decenni.
Una produzione artistica ricchissima, che è sta realizzata in oltre un quarantennio di ininterrotto lavoro.
Nato a Grottaglie si trasferì giovanissimo a Lecce, dove ha insegnato arti figurative sia alla Scuola d’Arte che al Liceo Artistico.
Ma il suo insegnamento non finiva a scuola, molti di noi sono stai iniziati alla tecnica dell’acquaforte e dell’acquatinta, della litografia, nello studio di Pietro, ricordo quando nel 1975 gli fui presentato dall’amico comune Antonio Nisi, aveva lo studio in via Vignes a due passi da piazza Sant’Oronzo.
Mi ricordo che quando gli fui presentato mi disse:” vagliò io ti conosco tu sei un pochino irrequieto, dovresti darti nna calmata”, una lunga e polemica discussione, da cui poi nacque una bellissima amicizia.
Tempo dopo si trasferì in via Cerrate Casale, una traversa di viale Taranto, dove tutti i pomeriggi lo si poteva trovare, e dove abbiamo passato ore e ore a discutere, o a sfotterci, soprattutto in quelle lunghe serate d’inverno.
Per noi più giovani, lo studio, o se preferite il laboratorio di Pietro era un punto di riferimento, non solo perché in quel posto ci si confrontava su temi legati all’arte, e non solo, ma perché era una persona amabile, che non ti faceva mai sentire a disagio, ti accoglieva sempre con un sorriso, anche quando nell’ultimo periodo della sua vita, pure era consapevole che stava combattendo una battaglia che difficilmente avrebbe vinto.
Per cui oltre che maestro d’arte Pietro in tante occasioni è stato pure maestro di vita.
Pietro è vissuto, in un’epoca in cui internet, i social non c’erano ancora, e mi è profondamente dispiaciuto, scoprire che in rete non ci sia nulla che parli di lui, che lo ricordi, per cui ci riproponiamo di poter in futuro pubblicare qualcuno dei suoi lavori.
Chi non ha conosciuto Pietro Fanigliulo di persona, magari lo ricorda attraverso le sue opere, i suoi quadri, le sue incisioni, notevoli erano i sui girasoli, gli ulivi, i ritratti.
Chi invece ha avuto la fortuna di frequentarlo non può che ricordarlo per quel suo sorriso aperto, per la sua grande generosità, che si manifestava anche nell’essere prodigo di consigli con chi si approcciava all’arte del “torchio”, senza tenere per se i segreti di cui si era appropriato in anni di sperimentazione.
Noi oggi lo vogliamo ricordare con le parole con le quali i suoi figli lo salutarono dieci anni fa, perché a mio avviso danno un quadro preciso dell’uomo,
“Nostro padre ha dedicato la sua vita a studiare, ammirare, insegnare e dipingere capolavori, ma non era consapevole che, per noi, era e sarà lui il più bel capolavoro.”
Credo che parole, non solo più belle, ma più appropriate i figli di Pietro non avrebbero potuto trovare per ricordarlo e per ricordarcelo.
(Il Cavaliere)
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