UNA FOTO E UNA DOMANDA CHE METTONO I BRIVIDI / IL RITORNO DELLE LUCCIOLE (FORSE, ANCORA PER POCO)
(g.p.)______
“Nei primi anni Sessanta, a causa dell’inquinamento dell’aria, e, soprattutto, in campagna, a causa dell’inquinamento dell’acqua (gli azzurri fiumi e le rogge trasparenti) sono cominciate a scomparire le lucciole. Il fenomeno è stato fulmineo e folgorante. Dopo pochi anni le lucciole non c’erano più. (Sono ora un ricordo, abbastanza straziante, del passato: e un uomo anziano che abbia un tale ricordo, non può riconoscere nei nuovi giovani se stesso giovane, e dunque non può più avere i bei rimpianti di una volta).
Quel “qualcosa” che è accaduto una decina di anni fa lo chiamerò dunque “scomparsa delle lucciole”.
Così, nel suo articolo da lungimirante polemista e lucido profeta più famoso, Pier Paolo Pasolini, sul ‘Corriere della sera’ del 1. febbraio 1975, inventava la metafora della scomparsa dell’ Italia contadina e popolare, di cui imputava la responsabilità all’ omologazione del consumismo.
“Avete mai visto una lucciola da vicino? Se siete miei coetanei è un po’ difficile. Ormai sono sempre meno e di questo dobbiamo ringraziare un trentennio di cultura dei pesticidi, insetticidi e lumachicidi che hanno ridotto enormemente il numero di questi spettacolari insetti. In foto una lucciola femmina incontrata ieri. Si illumina in questo periodo della riproduzione nella speranza di incontrare il suo partner. Sarà riuscita nel suo intento di conservare la specie? La vedo dura per lei. Tra i pochi posti nel mio territorio di Ostuni dove ho incontrato le lucciole segnalo l’area della Masseria Lamasanta. Naturalisticamente un posto da favola, non a caso luogo di riproduzione di tante altre specie a rischio estinzione”.
Così, oggi, sul suo diario Facebook (quando i social risplendono nel meglio di sè di informazioni, condivisioni e documentazioni) Enzo Suma, 37 anni, di Ostuni, “guida escursionistica, naturalista, allevatore di farfalle, fotografo e cercatore di ulivi secolari”, autore anche della foto che riproduciamo.
Sarà riuscita nel suo intento di conservare la specie?
Una foto, una domanda che mettono i brividi.
Con un nuovo sterminatore di massa di api, quelle ancora rimaste, di lucciole, quelle ancora superstiti, e dell’ equilibrio del territorio, delle nostre stesse esistenze, che incombe con nome killer in gergo burocratico di decreto-legge 4999/13-2-2018.
I miliardi delle multinazionali, i milioni degli speculatori, non valgono una sola di queste lucciole superstiti.
I disastri provocati dall’ impiego della chimica in agricoltura sono immensi.
I tumori negli adulti, le malformazioni gentetiche già negli embrioni umani, in costante aumento in tutto il Salento, sono una strage di vittime innocenti.
Folli, folli, chi ha concepito tutto questo, chi lo ha assecondato a vario titolo e chi a vario titolo lo ha permesso e continua ad esserne complice.
Rimane solo la speranza, ormai, e che non sia l’ ultima a morire. Che ridiventi presto certezza, piuttosto.
Che tornino le lucciole, che rimangano le api: che non si attenti più al delicato, millenario equilibrio della Natura, dove stanno le radici dei nostri fratelli ulivi e delle nostre stesse vite, di cuccioli umani, chiamati urgentemente a recuperare la vera identità delle Tradizioni e dei Valori, e ad assicurare con ciò il futuro, proprio nel rapporto organico con nostra madre Terra.