LECCECRONACHE / PER ALZATA DI MANO
di Raffaele Polo______
‘Vieni, vieni all’assemblea. Ti danno anche un omaggio’ ha detto la mia vicina, proprio quella che tenta sempre di coinvolgermi in riunioni para-familiari che hanno l’unico obiettivo di appiopparti un materasso o un elettrodomestico. Oppure la onnipresente batteria di pentole.
Adesso è sempre più frequente questa ‘usanza’: ti danno degli incentivi (anche monetari) purché tu riunisca almeno una dozzina di coppie (non importa, se legali o meno. Pecunia non olet…) e poi c’è la dimostrazione…
Stavolta no. C’era la fila fuori dal Cinema. Tante persone che, pazientemente, si sono sedute davanti allo scarno palcoscenico presidiato da due imbonitori che hanno iniziato subito, con voce monotona, a snocciolare cifre e regolamenti. Faceva caldo, la gente si sventolava con il fascicolo consegnato all’ingresso, che non ha letto nessuno…
Poi, si è passati alle votazioni. Per alzata di mano. Il presidente diceva: ‘Favorevoli?’ e in molti alzavano la mano. Poi: ‘Contrari?’ e nessuno alzava la mano.
Infine: ‘Astenuti?’ e nessuno alzava la mano. Anzi, sì. Uno solo che ha dovuto dare nome e cognome, probabilmente per essere inserito nel verbale e dare maggiore veridicità a tutta la kermesse… Dopo circa un’ora, si è passati alla elezione dei delegati. Anche qui, la lista era bella e pronta, i nominativi sono stati snocciolati e i candidati, in piedi davanti al palco, sono stati tutti eletti col sistema della mano alzata…
Infine, spazio alle domande. Ma si sono alzati tutti, precipitandosi fuori.
‘Che succede?’ ho chiesto alla vicina, esperta frequentatrice delle assemblee di tal fatta.
‘Ci danno il buono, è per questo che siamo tutti qui…’ mi ha detto con gli occhi lucenti.
E infatti, proprio i delegati, freschi di nomina, hanno consentito il rilascio del buono: un litro di olio, quattro pacchi di pasta…
‘A Napoli, il comandante Lauro dava i pacchi di pasta…’ mi è venuto di dire.
‘E anche la scarpe. Ma solo una, prima del voto. L’altra, a elezione avvenuta…’ ha detto un anziano dietro di me, ritirando il buono.
‘Non è che me ne può dare un altro, per mio fratello che non è potuto venire…’ ha detto una donna con tono mellifluo. Niente da fare, l’addetto è stato inflessibile: ‘No signora, non è possibile’ ha scandito. E si è notato che gonfiava il petto, orgoglioso della sua equità.
‘Visto?’ ha concluso la mia vicina, sventolando due buoni…
‘Ma che cosa abbiamo votato?’ le ho chiesto cercando di districarmi nella ressa.
‘Che t’importa? Eravamo qui solo per questi, no?’ mi ha sorriso, con i tagliandi che sembravano la mappa del tesoro, per come erano ambiti.
A casa, mia moglie mi ha chiesto: ‘Cosa avete fatto?’.
‘Niente’ ho detto io. ‘Alzavamo le mani e ci davano il buono’.
Lei ha sorriso, come se quella scena l’avesse già vissuta.
Da sempre.
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