IL NUOVO URLO DEL POPOLO DEGLI ULIVI CONTRO I PROVVEDIMENTI DI MAURIZIO MARTINA, “il decreto dei veleni”. DECISA QUESTA SERA A LECCE UNA ARTICOLATA, MASSICCIA MOBILITAZIONE FER FERMARE GLI ABBATTIMENTI DEGLI ALBERI E L’ IMPIEGO DI INSETTIICIDI
(g.p.)______
C’ era anche lei, la cui foto, senza nulla togliere all’ azione di centinaia e centinaia di attivisti che in più occasioni tre anni fa si mobilitarono per impedire il folle abbattimento degli ulivi salentini previsto dal famigerato ‘piano Silletti’, poi fermato dalla Procura della Repubblica di Lecce, divenne il simbolo della lotta di popolo. L’ urlo di Stefania Bove meglio dell’ Urlo di Edvard Munch, per esprimere rabbia, sdegno, opposizione, sbigottimento, e gridare che i nostri ulivi non si toccano, sono la nostra cultura, la nostra storia; sono ‘cristiani’, sono i nostri fratelli, come dice il sindaco di Melendugno Marco Potì.
Con Stefania, c’ erano decine di cittadini, rappresentanti di associazioni, agricoltori, questa sera, a Lecce, alla affollata e partecipata assemblea tenutasi presso il Centro Servizi per il Volontariato di via Gentile.
Il piano Silletti non c’è più, adesso c’è il decreto Martina, “il decreto dei veleni“, come l’ ha definito nel corso del suo intervento iniziale il presidente del CSV Luigi Russo: “non ci fermano le intimidazioni, le minacce, le denunce, siamo un esercito, di cittadini, animati da passione civile, che pacificamente voglio difendere il nostro paesaggio, la nostra salute, i nostri unici interessi, minacciati da precise strategie di devastazione asservite invece a interessi economici di speculazione”.
Dopo di lui, hanno parlato Ivano Gioffrida, titolare di un’ azienda agricola biologica, e il professore di diritto costituzionale dell’ UniSalento Nicola Grasso, a ribadire le ragioni della lotta, ora più che mai, anzi mai come pure prima attuale, visto che Martina ministro ancora in carica ha previsto abbattimenti di alberi indiscriminati, ben più del generale dell’ allora Forestale, e un massiccio uso di insetticidi, con effetti che sarebbro per tutti e per tutto devastanti.
Ribadite a profusione pure la mancanza di riscontri scientifici che provino la diffusione del batterio della ‘xylella’ causa del disseccamento a opera dell’ insetto chiamato ‘sputacchina’, presunta motivazione per le eradicazioni.
La novità, opportunamente evidenziata, sta invece adesso nel fatto che questi provvedimenti non tengono conto degli studi della libera ricerca nel frattempo sopravvenuti, che hanno indicato altre strade, come quello del batteriologo Marco Scortichini.
Poi, gli interventi di alcuni dei tanti presenti. Applauditissimo, momento – forte della serata, quello di Carmelo Marti, 75 anni, di Cutrofiano (“Ma tie ci sinti? Numbè ca moi me denunci?”), il quale si era portato da casa, anzi dal lavoro, dalla sua campagna insomma, alcuni insetti, ben vivi, avvolti in un cartoncino, per dimostrare – e l’ ha fatto con indubbia efficacia, sia pur a modo suo – che le patologie vegetali che colpiscono gli ulivi esistono da sempre e che bisogna conviverci, adoperando i sistemi tradizionali, ma soprattutto mettendoci cura, cura intesa come fatica, e come passione.
‘Stesera è tornato il Popolo degli Ulivi.
Annunciata una nuova, imminente, massiccia mobilitazione.
In primo luogo in sede di ricorsi amministrativi al Tar del Lazio, competente per territorio, contro il decreto Martina, una valanga di ricorsi per bloccarlo, sia da parte di singoli soggetti direttamente coinvolti, come gli agricoltori; sia di enti e associazioni, nel nome collettivo e per la difesa della salute, bene primario; sia, allo studio, da parte dei sindaci dei comuni interessati.
Poi, una grande manifestazione a Bari davanti la sede della Regione Puglia.
Infine, informazione massiccia, anzi, è più corretto dire contro informazione, su vecchi e nuovi mass media.
La lotta continua.______
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