LECCECRONACHE / SILIQUASTRI DI PRIMAVERA
di Raffaele Polo______
Li vediamo in via Leuca, soprattutto. Ad abbellire e ravvivare una strada altrimenti desolatamente oltraggiata da paletti e cartelli che consentono il parcheggio per 10,15,30 minuti…. E adesso, invece, queste nuvole lilla, rosa, paiono annunciare la Primavera che porta la rinascita, in fondo ma proprio in fondo alle esarcebate anime degli uomini e delle donne della nostra realtà, costretti dalle vicissitudini della quotidianità ad una grigia sequenza di giorni tutti uguali (Ascoltate, se vi capita, la canzone ‘A casa di Irene’. Inizia proprio così: Giorni senza domani…. Il concetto è quello….)
Ma no, adesso ci sono i siliquastri…Cosa sono?
Abbiamo provato a chiederlo ad un anziano che sta seduto fuori dalla panetteria, e guarda tranquillo il defluire delle auto e le scolaresche che si accalcano davanti al Magistrale.
‘Maestro, ma comu se chiamanu sti alberi tutti colorati?’ gli abbiamo chiesto confidenzialmente.
E lui ci ha guardato con un po’ di commiserazione, ha sorriso e ci ha spiegato, in buon italiano, ma con squisite cadenze leccesi: ‘Il nome di queste piante è ‘albero di Giuda’ perché sotto questi rami Giuda baciò Gesù Cristo e poi si impiccò….’
‘Ma non era un fico l’albero del suicidio di Giuda?’ chiediamo, con un pizzico di ironia.
Ma l’anziano ci gela con la sua logica: ‘Se questi alberi si chiamano così, vuol dire che c’è qualcosa di vero. Poi, c’è un nome che non ricordo, un nome che gli hanno dato i professori che studiano le piante, ma quello non lo so…’ E riprende a osservare le auto che si affannano per trovare un parcheggio, per 10,20 o 30 minuti.
‘Perché i parcheggi sono a minuti, nonno?’ chiediamo ancora, convinti di mettere in imbarazzo l’anziano. Che ci guarda sorridendo e ci spiega: ‘Davanti alla farmacia è consentito sostare di più che non davanti al bar o al forno… Mi sembra giusto, no?’
Guardiamo i siliquastri, i loro splendidi colori in questa via che diventa un quadro di impressionista parigino, nonostante i cartelli, nonostante la confusione delle macchine che strombazzano….
‘Siliquastri, si chiamano siliquastri’ diciamo con tono importante all’anziano. Ma sentiamo di aver perso la battaglia. Ha ragione lui, è molto meglio ‘Albero di Giuda’.
Compriamo il giornale dall’edicola di Mario e leggiamo i titoloni in prima pagina.
‘Giuda, ecco dov’è finito’ ci viene da pensare.
E, con le cattive nuove sotto il braccio, ci avviamo tristemente verso la grigia giornata che ci attende.
( ‘A casa d’Irene, bottiglie di vino/ a casa d’Irene stasera si va’. Nico Fidenco. E chi se lo ricorda più?)
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Grazie per averci ricordato questa bella canzone che abbiamo risentito con piacere.