LECCECRONACHE / PIANGE LA PLANCIA
di Raffaele Polo______
Piangono in solitudine le plance installate un po’ dovunque, in città, ad esporre manifesti politici che latitano. E allora si esibiscono i frammenti di passate elezioni, che sembrano proprio un malinconico commento per quello che è stato, cancellato completamente dalle ingiurie del tempo, ma, soprattutto, dalla effimera realtà di slogan e promesse che non sono stati realizzati, da nessuno dei fieri proclami che li caratterizzavano.
Non c’è destra o sinistra, non c’è eletto o trombato, che non abbia illustrato i propri programmi con roboanti parole e sintetici motti intesi a spronare e convincere al (proprio) voto.
Come in una allegoria dantesca, con tanto di legge del contrappasso, ecco che i brandelli di carta colorata sono gli unici testimoni di un fallimento totale, ovvero di una ridda di parole e segni che non hanno prodotto nulla di positivo e che sono serviti solo a sostenere qualcuno dei volti raffigurati in bella evidenza, ma che sono, adesso, stinti e malconci, a simboleggiare tutta la delusione e l’inutilità di chi si è occupato della ‘cosa pubblica’, a tutti i livelli.
Rivediamo il volto del sindaco Salvemini, del Berlusconi giovane e impavido che promette tutto, sotto strati e strati di carta incollata, affiora una falce e martello e non manca uno scudo crociato con tanto di ‘libertas’ a certificare che non era scritto solo nei libri di storia, ma De Gasperi è veramente esistito.
Vicino al rondò nei pressi del ‘Vito Fazzi’ c’è una serie di plance porta-manifesti che esibisce immagini che sembrano appena affisse: e suscita un attimo di sorpresa, nell’automobilista di passaggio, verificare che sono sempre gli stessi a gestire i fatti di casa nostra. Berlusconi c’è sempre, la Lega, pure. Il Pd non manca e c’è pure il simbolo del Movimento 5 Stelle. Vanno bene per le elezioni di quest’anno, viene da pensare.
Poi, però, incappiamo nel manifesto che recita “ Stop Terrorismo Cicciolina Basta Violenza”. Incredibile! Come sia finito dalle nostre parti, è un mistero.
Oppure no, ha un senso questo ricorrere alle vecchie, dimenticate candidature che segnano il percorso democratico della nostra Repubblica.
O tempora, o mores, viene da pensare, sorridendo.
E guardiamo con pietà i manifesti a pezzi che nessuno si preoccupa di ricoprire con le facce sorridenti di questa tornata elettorale.
Che un minimo di pudore sia arrivato anche ai candidati più accesi?
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