CONTRO-SANREMO 68: LA STORIA DI VINCENZO PRESTA, DIRETTORE D’ORCHESTRA CHE EMOZIONA IL SALENTO
di Annibale Gagliani______
A volte non è il microfono a regalare rugiade sul viso. Per esempio, a San Donaci (Brindisi), l’emozione è donata da un altro simbolo: i ghirigori nell’aria della bacchetta di Vincenzo Presta, direttore d’orchestra a Sanremo 2018.
Di una passione ci si innamora, è sempre colpo di fulmine, il più trascinante di tutti. Come quello di un bambino di otto anni, rapito dalle note eleganti di clarinetto e sax del vecchio insegnante della scuola di musica di Motta Montecorvino, nel foggiano.
Quel bimbo curioso si ritrova dentro la pancia del minuscolo borgo per le casualità del mestiere del padre, Antonio, carabiniere integerrimo. Sono gli echi della piccola banda locale, uniti al fermento di poter generare brividi col respiro, a fargli desiderare subito un obiettivo: diventare musicista.
Quasi quarant’anni dopo, Vincenzo è un uomo d’arte, è un artista umano: arrangia e dirige uno dei brani più intensi e significativi della sessantottesima edizione del Festival: Adesso, di Diodato e Roy Paci.
Con Roy è una relazione artistica che dura da un po’ di tempo, insieme hanno girato l’Italia, distribuendo un sound caleidoscopico. Mentre con Diodato avevano condiviso il caldo arrangiamento di Babilonia, pezzo del Sanremo giovani 2013.
Le orchestrazioni di Adesso sono suadenti, un po’ prosaiche, un po’ poetiche. Un pezzo leggero, vegliato da fiati e colori pop. Le armonie crescenti ricordano le stelle in musica di Ennio Morricone. Il tutto sorregge un messaggio sociale indirizzato ai giovani, motore dei grandi cambiamenti: vivere la realtà graffiante e non le virtualità insipide.
Quale profilo musicale può rendere un prodotto culturale come questo elegante? Un direttore di orchestra che ha mangiato pane e sacrifico per tutta la vita. Vincenzo si diploma al conservatorio due volte, prima per clarinetto e poi per sax. Sugella un sodalizio tra anima e vibrazioni sonore varcando le porte della Saint Louis College of Music di Roma, di cui è stimato docente. Passa anche da Viale Mazzini, alla RAI, lavorando con Flavio Insinna ad “Affari tuoi” (sulla rete ammiraglia) e a “Non parlate all’autista” (in radio).
Oggi, dietro agli scroscianti applausi dell’Ariston, gli occhi della madre, Filomena, brillano di gioia mentre guardano le foto che hanno segnato le tappe decisive del figlio. Il papà, maresciallo appassionato di canzoni, ci racconta con orgoglio un aneddoto esemplare: «Quando frequentava il Liceo Giorgi a Brindisi e contemporaneamente seguiva le lezioni al conservatorio, tornava esausto a casa. Io gli dicevo che se si fosse sentito troppo stanco a mantenere quei ritmi, avrebbe potuto accantonare per un po’ la musica. Lui mi rispondeva che piuttosto avrebbe lasciato il Liceo e mai la musica». Continua con commozione il genitore: «In tutto quello che fa, Vincenzo ci mette ogni fibra di cuore. Non mi sorprende che sia diventato il musicista che è oggi, ha lavorato duramente per arrivarci».
Il direttore è in piena danza di gara, il podio sarebbe strameritato. Con l’ensemble di Adesso ha già conquistato i vecchi lupi di critica della sala stampa. Probabilmente non si aspettava il vigoroso affetto ricevuto dai suoi conterranei in questi giorni. Tutto improvviso, tutto spiazzante: «Sono commosso ed emozionato per tutti gli attestati di stima nei miei confronti». Guardando al futuro custodisce vivide speranze in un grandioso risultato: «Non ho voluto dire niente fino a oggi un po’ per scaramanzia e anche perché non ci credevo neanche io che fosse tutto vero. Incrociamo le dita!».
Come ben saprete, Michelle Hunziker ha voluto fortemente che artisti, ospiti e componenti orchestrali portassero un fiore giallo sul petto. Simbolo docile per sensibilizzare l’uomo contro la codardia della violenza sulle donne. Il fiore che Vincenzo porta nel cantuccio più nascosto del cuore è il più bello di tutti. Lo ha dedicato a una donna invincibile, la luna della sua vita: la sorella Raffaella.
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