CONTRO-SANREMO 68: ELOGIO A MIRKOEILCANE CON LA SUA “STIAMO TUTTI BENE”, MIGLIOR PEZZO DEL FESTIVAL
di Annibale Gagliani______
Torna da un letargo incensato Sting. Torna a insegnare all’Ariston Vecchioni. Tornano i mattacchioni de Il Volo. Torna Antonacci, ma non ce n’era bisogno. Torna l’imperatore della TV, Pippo “l’ho inventato io”. Ricantano metà big, nell’altra metà rimangono in naftalina Ermal e Moro (in attesa del giudizio sulla loro querelle).
Ma a battezzare la seconda serata sono quattro delle otto proposte in gara per Sanremo Young, primizie in circolo tra radio e web da un paio di mesi. Acuta e perspicace la lezione da Accademia della Crusca di Lorenzo Baglioni: Il Congiuntivo. Sembrava più una hit del Noventa dei Neri per caso o dei Backstreetboys, ma poteva andare peggio. Sensuali, soul e blues le due donne che si sono esibite: Giulia Casieri con Come stai (canto liberatorio sulle sofferenze della vita) e Alice Caioli con Specchi rotti (canto di dolore e malinconia 3.0).
Ma a guadagnarsi gli onori della buona critica è la nuova proposta Mirkoeilcane con la sua palpitante Stiamo tutti bene:
Ciao, mi chiamo Mario e ho 7 anni
7 e mezzo per la precisione
mi piace il sole, l’amicizia, le persone buone
il calcio, le canzoni allegre ed il profumo buono della pelle di mia madre
papà mio è da qualche mese che non torna
ma guai a parlarne con qualcuno
specialmente con la mamma
perché si sente male
grida, piange e non la smette più
e per tre giorni si nasconde e non si fa vedere
Ma oggi è un giorno felice
che qui è arrivato un pallone
e finalmente potrò diventare forte
e fare il calciatore
so già palleggiare
con i sassi è diverso
ma sono avvantaggiato
perché corro forte
come il vento
E allora volo alla radura
insieme agli altri bambini
chi arriva ultimo in porta
sai che rottura di co…
arrivo primo, come sempre
e allora sono attaccante
scarto, driblo, tiro in porta
ed il portiere non può farci niente
poi da più lontano sento
‘Mario vieni qua
prendiamo tutto quel che abbiamo
e raggiungiamo papà’
mamma, proprio adesso, sto tirando un rigore
ma non c’è verso
ce ne andiamo, meglio non polemizzare
Stiamo tutti bene
stiamo tutti bene
stiamo tutti bene
tutto molto bene
come si conviene
Stiamo tutti bene
stiamo tutti bene
stiamo tutti bene
non c’è nulla per cui ci dobbiamo preoccupare
e scomodare
Ma guarda te a jella proprio a me doveva capitare
quattro giorni su sta barca, intorno ancora solo mare
ma ti pare giusto
uno va in vacanza per la prima volta
e quelli lì davanti son capaci di sbagliare rotta
che poi a chiamarla barca
ci vuole un bel coraggio
stare in tre
seduti in mezzo metro di spazio
è come me e gli altri 200
tutti intenti a pregare
ed io vorrei soltanto alzarmi e palleggiare
Ma se soltanto sporgo anche di un centimetro il piede
questo davanti si sveglia
e inizia a dire che ha sete
io ho pure sete, fame, sonno
e mi fa male la schiena
ma non c’è mica bisogno
di fare tutta sta scena
E poi c’è questo di fianco
che ha chiuso gli occhi
non li apre più
è da due giorni che dorme
che pare non respiri
non ho mai visto nessuno dormire così tanto
ho chiesto a mamma
e ha detto che era proprio stanco
Boh, tre giorni fa
ne hanno buttato una ventina in mare
mamma dice che volevano nuotare
io li sentivo gridare
e non sembravano allegri
ma almeno adesso ho un po’ di spazio
per i piedi
è il sesto giorno
adesso dormo, pure mamma e un tipo magro
qualcosina più in là grida che vede la Madonna
e questa barca adesso puzza di benzina e di morte
e mamma ha detto di non farci caso
e di essere forte
e di fare il bravo bambino
e star seduto qua
che mamma adesso s’addormenta
e raggiunge papà
però piangeva e si sforzava di sorridere
forse era proprio tanto stanca pure lei
E c’è un silenzio tutto intorno
che mi mette paura
s’è fatta notte, ho freddo
e in cielo non c’è neanche la luna
gente grida, chiede aiuto
ma nessuno risponde
mi guardo intorno e neanche a dirlo
vedo sempre e solo onde
dopo onde, ancora onde
allora onde evitare di addormentarmi come gli altri
ed esser buttato in mare
mi unisco al coro della barca
e inizio a piangere e gridare
non ho forza, chiudo gli occhi
e non so neanche nuotare
Stiamo tutti bene
La tragedia raccapricciante dei migranti raccontata attraverso gli occhi di un bambino. Il piccolo protagonista, sfuggente come il vento, immagina un avvenire da calciatore nell’afa silenziata della sua Africa. Mirkoeilcane (pseudonimo affettuosissimo) lo racconta per bene, senza presunzione. Un po’ Simone Cristicchi, un po’ Samuele Bersani, diffonde onde azzurre di parole adagiate su una base che incede con passo investigativo. L’involuzione improvvisa del sogno del bomberino africano fende il cuore e determina un orizzonte privo di happy end. Quasi sempre le fiabe reali dei figli di un Dio minore devastano l’anima e non hanno appello. L’autore lo sa e per questo presta la sua voce ai sentimenti avversi di tutti i migranti buoni d’oltre Tacco. Essi vengono inghiottiti dal Mediterraneo e mai cullati (come in molti credono fiaccamente). Questa canzone, senza pretese e senza favoritismi di sorta – momentaneamente indietro negli indici di gradimento del televoto -, rappresenta il migliore prodotto artistico apparso sull’ovattato palco dell’Ariston quest’anno. Un’edizione piuttosto ambigua, la prima baglioniana (si parla già di bis il prossimo anno): fa oltre il 50% di share e conquista tutti. Chi sono questi “tutti”? I belli, i brutti e coloro che hanno sopra le pupille un diversivo: i prosciutti.
Category: Costume e società, Cultura