“Che facciamo? Un pezzo di Svizzera a casa nostra?”. MARCO POTI’ SPIEGA A leccecronaca.it COME SIANO STATE SOPPRESSE LE LIBERTA’ DEI CITTADINI
(g.p.)______“Sono state sospese le libertà dei cittadini di Melendugno”. In serata, al termine di una giornata segnata dai provvedimenti del Prefetto e dagli interventi massicci delle Forze dell’ Ordine nel suo Comune, di cui abbiamo riferito nei nostri articoli precedenti, il sindaco Marco Potì (nella foto), raggiunto telefonicamente, spiega a leccecronaca.it le ragioni del dissenso.
“Di fatto l’ ordine che requisisce un pezzo di territorio impedisce la libera circolazione dei cittadini su numerose strade. Già oggi ho dovuto registrare i disagi subito da tanti, scuolabus compreso. Da oggi a domani sulla provinciale Melendugno – San Foca. Per un mese intero verranno poi interdette tutte le strade secondarie e inter poderali della zona. Per un mese più eventuali proroghe.
E’ un provvedimento sproporzionato rispetto alle ragioni addotte di ordine pubblico.
Tutto dedicato alla realizzazione di un’ opera che, benché dichiarata di interesse pubblico, da una parte non è stata mai condivisa con i territori, dall’altra è finalizzata a benefici e guadagni per i privati.
Mi chiedo quanto costi allo Stato italiano mantenere centinaia di agenti ventiquattro ore su ventiquattro, per un mese intero, salvo proroghe successive, senz’altro necessarie, visto che i lavori della Tap sono previsti fino a maggio, tutto intorno alla ‘zona rossa’ che hanno creato.
Mi chiedo se si sia mai visto nella Storia della Repubblica un fatto simile.
Sì, magari per un giorno, due, ma mai così…Hanno creato un pezzo di Svizzera, con sovranità della multinazionale Tap, sotto la protezione dello Stato italiano, dentro il nostro territorio, mentre noi non possiamo più muoverci sulla nostra terra”.______
LA RICERCA nei nostri articoli precedenti
e è vero che il progetto TAP a Melendugno è stato presentato in lungo e in largo, in ogni sede istituzionale, e diffuso persino con una campagna pubblicitaria su ogni media, allo scopo di rassicurare l’opinione pubblica sul rispetto per i vincoli ambientali e la correttezza delle autorizzazioni a procedere, perché il cantiere TAP a San Foca è stato blindato e la zona militarizzata, al punto che neanche la stampa può entrare liberamente per svolgere il suo lavoro di informazione?
I giornalisti e gli operatori dell’informazione hanno potuto accedere al cantiere solo a bordo di un pulmino condotto dagli uomini della TAP, che hanno anche deciso cosa potevano vedere e cosa no. C’è forse qualcosa da nascondere alla vista di occhi indiscreti?
La motivazione addotta da TAP risiede in presunte ragioni di sicurezza e ordine pubblico, ma non siamo mica in una zona di guerra nella quale si gira “Embedded”. La sensazione è che si stia oltrepassando ogni limite consentito dalla democrazia.
Da giorni intorno al cantiere c’è una militarizzazione davvero spropositata, che coinvolge anche la viabilità della zona, con deviazioni di veicoli e controlli alle persone che arrecano parecchi disagi ai cittadini che transitano, lavorano o abitano a San Foca e dintorni. Tutto ciò fomenta un clima di insofferenza da parte della popolazione e ci chiediamo fino a che punto TAP possa condizionare in questo modo la vita dei cittadini e il diritto di cronaca degli organi di stampa.