IL ROMANZO DI PAOLO DUNE “LA VARIABILE CELESTE”
di Raffaele Polo______
Non lo vogliamo sottolineare più di tanto, ma Dan Brown e i mille romanzi usciti dopo il suo successo e che hanno fatto e continuano a fare la fortuna di numerose case editrici, hanno anche da noi, ottimi e agguerriti seguaci. Certamente annoveriamo fra costoro Paolo Dune, al secolo Paolo Pallara, professionista leccese quarantanovenne, dopo il romanzo “La variabile celeste” di Lupo editore, con sottotitolo di grande impegno: “La fede non è più un mistero – Teo thriller fideistico”.
Per gli amanti del genere, ecco la storia della giovane e intraprendente dottoressa Sibylle Grayel che decide di proseguire le ricerche di uno scienziato, ucciso in circostanze misteriose, che stava per svelare i risultati clamorosi della sua ricerca sull’origine biologica del sentimento religioso.
Come è naturale in questo genere di letteratura, ecco l’interesse di molte potenze che vogliono distruggere o utilizzare per fini poco edificanti questa scoperta. Nella vicenda viene coinvolto il teologo Julian de Tuleda, esperto della cosiddetta “sindrome di Gerusalemme”, una patologia che colpisce i devoti della Città Santa.
Ma Juan non è solo un esperto di possessioni mistiche, è anche un ex esorcista che ha avuto esperienze dirette con forze trascendenti, l’unico che si renda conto dell’enorme rischio che gli esperimenti sulla fede comportano.
Angeli e demoni (non è un caso….) sembrano ruotare intorno al gruppo di scienziati in un mosaico molto complesso che condurrà fino alla scoperta di un incredibile complotto in seno alla cristianità e a svelare il segreto della “meccanica della fede”.
Pallara non è nuovo a queste tematiche: già nel suo primo romanzo “Il primo angelo”, tutto ruota attorno ad una sorta di neo misticismo che porta l’autore ad esiti serrati, ironici, a volte grotteschi, nell’altalenarsi tra fede e religione da una parte e la realtà del mondo d’oggi, irto di trabocchetti e inconfessabili tendenze al Male dall’altra. Ma c’è da sottolineare come il nostro bravo Dune sia un esperto affabulatore, che riesce a mantenere il tono narrativo sempre ad un buon livello, senza indugiare in spesso inevitabili percorsi iper fantasiosi, che finiscono per stancare e riuscire stucchevoli.
Con incrollabile autostima, l’autore fornisce, in chiusura del libro, una serie di delucidazioni e l’elenco con breve biografia degli autori menzionati nel romanzo.
Si fa così, ormai: un misto di amara fantasy e qualche giravolta tra scienza, religione, Twitter e Facebook.
L’effetto è assicurato.
Soprattutto se si ha l’accortezza di mescolare placebo e Templari, Sette mistiche e possessioni, sindromi e complotti. Assicurandosi che, fino all’ultimo, non si capisca come finirà la vicenda. Il pubblico applaude, il lettore è contento e le circa trecento pagine de “La variabile celeste” sono apprezzate anche per la copertina, dovuta ancora una volta all’immaginifico Paolo Guido.