E’ MORTO IL PROFESSOR DONATO VALLI. AVEVA 86 ANNI. ORIGINARIO DI TRICASE, ITALIANISTA ILLUSTRE, FU FONDATORE E RETTORE DELL’ UNIVERSITA’ DEL SALENTO
di Raffaele Polo______
Caro Professore, adesso che sei andato a fare compagnia ai tuoi amici Comi, Sbarbaro, Pagano, Bodini, Macrì, ti vedo più sereno, più tranquillo. Perché la Letteratura, la Poesia, la Cultura, hanno bisogno dell’Immortalità. E tutti i fastidi legati al nostro procedere terreno vengono finalmente superati da quell’essere ‘eterea sostanza’ che si ciba solo dei versi melodiosi dei più grandi Poeti…
Tu, Professore, ci hai insegnato la profondità di Ungaretti quando scrive ‘Ai morti non è dato di tornare’.
Ma ci hai anche insegnato che il ricordo imperituro è l’arma con cui gli intellettuali, gli uomini colti, i sapienti distruggono la morte. Ed è col ricordo della Tua persona che vogliamo confermare che il Tuo volto, la Tua presenza, i Tuoi scritti e le Tue parole sono e rimangono sempre nel nostro cuore. Per quello che ci hai insegnato, un poco Ti assomigliamo. E se il cammino fra i libri e gli scritti universali ci è meno ostico, lo dobbiamo a Te, alla Tua seria e meticolosa opera di animatore e profondo conoscitore della Storia della Letteratura Moderna e Contemporanea.
E vogliamo tornare indietro di una quarantina d’anni, quando tremanti ed emozionati ci siamo seduti di fronte a Te, per sostenere l’esame più importante e difficile della nostra carriera universitaria…. E ci eravamo preparati su tanti argomenti: la Scuola romana, l’ermetismo, Pasolini, Buzzati… No, Tu, sorridendo, scorgendo sul libretto che il candidato che avevi dinanzi era nato (per caso) a Piacenza, gli chiedesti, per aiutarlo, di parlargli di Giandomenico Romagnosi. Di cui poco, pochissimo era rimasto nella memoria.
Sorrido anche io, a questi ricordi; come quando, come contro relatore della mia tesi, mi affossasti perché la bibliografia era striminzita…
Professore, professore Valli, il Tuo studente di allora Ti rimpiange e Ti ricorda con tanto, tanto affetto. E ravvisa nel volto di Tuo figlio Ludovico, anch’egli docente universitario ma di tutt’altra materia, l’impronta della Tua immagine, quando cantiamo affianco nel Coro dell’Università, diretto da un altro Tuo grande estimatore, il maestro Luigi De Luca e dove c’è anche l’ingegnere De Vitis, per tanto tempo particolarmente vicino alle traversie universitarie così ben descritte nel Tuo ‘Un cero per nostra Signora’.
A presto, Professore.
Ti prometto che, quando ci incontreremo, avrò studiato tutto. Anche il Romagnosi.
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Nel giorno della scomparsa, la città di Lecce saluta e tributa il giusto onore a Donato Valli, figura fondamentale della letteratura salentina. Un uomo, un letterato, la cui storia umana e professionale ha coinciso per lunghi anni con la scoperta e la valorizzazione della cultura letteraria del nostro territorio e con la crescita dell’Università di Lecce, della quale è stato Rettore per un decennio, dall’83 al ’92.
Allievo di Girolamo Comi, fu il primo a riconoscere il valore delle grandi figure della letteratura salentina del Novecento, delle quali è stato amico e poi studioso fino agli ultimi di vita. Grazie ai suoi numerosi volumi, alle sue iniziative – come la ripresa della pubblicazione de L’Albero – alle sue ricerche e all’altissimo valore del suo insegnamento, Valli ha costituito un contatto tra la cultura del territorio e la cultura nazionale, consentendo alla nostra città e alla nostra terra di assumere agli occhi del resto del paese una identità letteraria definita, della quale è stato il primo riconosciuto interprete e instancabile ricercatore.
Da Rettore Valli fu promotore della nascita delle Facoltà di Scienze Economiche e poi di Ingegneria, ponendo le basi del progetto di quello che diverrà il campus di Ecotekne. Da letterato riconosceva il valore della conoscenza al di là delle barriere disciplinari e dell’esigenza di una Università che dialogasse con la città e con il mondo.
Uomo discreto, umile, generoso, attento ai giovani e disponibile nei confronti delle sperimentazioni, la figura e l’opera di Donato Valli rappresentano un patrimonio culturale che la città di Lecce saprà valorizzare. Oggi, nel giorno della sua scomparsa, con sentimenti di gratitudine e ammirazione, la città gli rende omaggio.
La scomparsa del professor Donato Valli è una grande perdita per la nostra Università. Oggi non veniamo solo privati dello studioso e del docente prestigioso la cui attività didattica ha formato intere generazioni di studenti, perdiamo l’uomo appassionato e generoso che ha contribuito alla crescita di questo Ateneo.
Il suo lavoro instancabile per la comunità accademica salentina e il suo amore per il territorio hanno consentito alla nostra Università di crescere e di affermarsi nel contesto nazionale con forza, dignità e autorevolezza.
Donato Valli è stato professore ordinario, preside della Facoltà di Lettere e Filosofia e rettore della nostra Università.
Le sue numerose ricerche sulla letteratura locale hanno strappato al silenzio tante voci di letterati salentini a testimonianza di un legame forte con la nostra terra. Dobbiamo essergli grati anche per questo, insieme all’impegno istituzionale e culturale per cui lo ricorderemo.
Ho avuto il privilegio di conoscere il Prof. Donato Valli, uomo di cui ho osservato con grande ammirazione la passione smisurata per la conoscenza, per l’istruzione e, soprattutto, per i tratti identitari culturali di questa nostra terra che ostinatamente, e con orgoglio, aveva deciso di riscoprire, valorizzare e promuovere. Penso a Valli come a un instancabile e saggio tessitore di quella trama che serve a creare un legame necessario e indissolubile tra un ateneo e la comunità che lo ospita.
E’ stato artefice di un’opera straordinaria e, per questo, mancherà non solo al mondo accademico ma a tutti noi che gli saremo eternamente grati. Ai suoi cari va il mio cordoglio, unitamente al sentimento di vicinanza e affetto per questa perdita.
Donato Valli si è spento silenziosamente nella sua amata Tricase. Ha concluso una lunga vita spesa nel segno dell’onestà intellettuale e dello studio, serio e grave, con il quale ha dato onore alla nostra Università e al Salento.
Ho condiviso la sua stanza in Facoltà (o meglio mi ha ospitata nella sua stanza) al primo piano del Codacci Pisanelli per circa quindici anni, fino a quando non è andato in pensione. Io la giovane ricercatrice appena tornata dall’America, lui il Professore e già rettore.
Nonostante la diversità di esperienze e di interessi scientifici, si creò da subito un rapporto di assoluta parità sul piano intellettuale e complementarietà su quello della quotidianità accademica. Come sua ricercatrice ho goduto di una straordinaria libertà, di pensiero e di azione, che io ora cerco di trasmettere a chiunque voglia lavorare con me. Di questo insegnamento gli sono grata.
Tutti dovremmo essergli grati per come ha saputo gestire sia l’Ateneo, in un momento di delicata espansione, sia il dipartimento e la facoltà, con piglio severo ma profondamente umano.
Un intellettuale autentico, un interprete straordinario della nostra terra, una personalità rara perché dotata, tra l’altro, di un’eccezionale lungimiranza, della straordinaria capacità, cioè, di vedere avanti, di vedere oltre, precorrendo i tempi dell’azione comune. Donato Valli era questo e tanto ancora.
La sua scomparsa ci colpisce e ci rattrista. Da oggi avvertiremo forte la mancanza di un uomo generoso che ha dato tanto al nostro Salento, che è stato ispiratore di tantissimi giovani, che ha contribuito con la sua opera a definire quell’identità culturale e letteraria oggi riconosciuta a livello nazionale.
“Nel giorno del commiato, a lui va il nostro grazie sincero e a tutta la comunità salentina va l’incitamento all’impegno di continuare a dare valore alla sua instancabile attività di ricerca e di studio e di tenerne viva, orgogliosamente, la memoria”, conclude Gabellone.