LA RIFLESSIONE / TEMPO LIBERO, TEMPO LIBERATO, E TEMPO NEGATO (DAL LAVORO)
di Raffaele Polo______
Non so. Mi pare che, davanti ai problemi di tutti i giorni, possa parere risibile e di infima importanza l’argomento di cui vorrei occuparmi brevemente.
In una atmosfera di possibili guerre mondiali, conflitti europei, bellicosità nazionali e veleni cittadini, mi è balenato in mente un interrogativo che non sono riuscito a risolvere.
Non che sia importante, ripeto. Però…
Adesso che ho suscitato l’attenzione, posso passare al nocciolo della questione. Che è il seguente: fino agli anni Settanta, esisteva il problema (sociale) del ‘tempo libero’. Cioè, si diceva: un anziano, con sempre maggior tempo libero a disposizione, come lo può impiegare utilmente? Perché la società del futuro consentirà a tutti di vivere meglio e più a lungo. Preoccupiamoci, allora, di prevedere e proporre in tempo utili e condivisibili alternative.
Poi…Poi è stata confermata la crescita media della vita e, allora, nonostante l’incremento di malattie e tumori, ‘l’aspettativa ‘, come si ostinano a definirla, è progressivamente aumentata. Ma, quello che non era stato previsto, è che non è aumentato, di pari grado, il tempo libero. No. Viene aumentato il tempo da impiegare sul lavoro…
E, anziché esserci un Progresso (SOCIALE, UMANO, LEGATO ALLA SFERA DEL ‘WELFARE’ E NON A QUELLA DEL ‘BUSINESS) viene realizzato una maggiore presenza nel campo lavorativo, costringendo tutti, uomini e donne (L’avete voluta l’uguaglianza? Ecco….) a lavorare fino a 67, 68, probabilmente 70 anni.
Ecco: allora, io mi chiedo se erano proprio errate e visionarie le ipotesi sulle scelte futuribili effettuate trenta anni fa. Oppure se il periodo presente non sia, di fatto, quel ‘Medioevo prossimo venturo’ che, allora, qualcuno predisse che si sarebbe purtroppo realizzato.
Insomma, prevedevamo di stare meglio. E invece stiamo peggio.
Mi rendo conto che sia una questione insulsa e di nessuna importanza. Ma, mentre vado in ufficio (ho solo 66 anni e di pensione non se ne parla ancora) chissà come, mi è venuta questa considerazione che ho voluto esternare.
Poi mi guardo attorno e respiro a fondo l’aria della mia città. E penso: come sarà Lecce tra 20 anni? E tra 50? Le previsioni dicono che……..
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