‘MANCATA VIGILANZA AMBIENTALE SUL TERRITORIO’
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Il consigliere regionale del M5S Cristian Casili ci manda il seguente comunicato______
“Ancora un ulteriore, estenuante, ritardo della Regione Puglia a danno del personale dell’ex Polizia Provinciale, oggi Nucleo di Vigilanza Ambientale. Gli operatori si trovano da 14 mesi in un limbo senza uscita, mentre basterebbe adottare lo “Schema di Regolamento del Nucleo di Vigilanza Ambientale della Regione Puglia”, ancora arenato in Consiglio, per sbloccare la situazione”.
Torna a denunciare la condizione lavorativa degli ex poliziotti ambientali della Puglia è il consigliere del M5S Cristian Casili, che evidenzia ancora una volta le disfunzioni causate dalla riforma Delrio, che ha lasciato alle Province le competenze in materia di edilizia scolastica, tutela e valorizzazione dell’ambiente, trasporti e strade provinciali, mentre ha assegnato alle Regioni la Vigilanza ambientale e con essa gli ex poliziotti provinciali che dovrebbero occuparsi della prevenzione degli incendi, dei controlli sui reati ambientali, sulle discariche abusive e sulla vigilanza venatoria.
“Dal primo agosto dell’anno scorso 85 ex poliziotti ambientali pugliesi vengono pagati per non lavorare – spiega il Vicepresidente della V Commissione Ambiente – una situazione che crea danni non solo ai suddetti lavoratori, che chiedono da tempo a gran voce di svolgere con dignità il proprio lavoro, ma all’intera collettività, che si vede privata di servizi essenziali di vigilanza e controllo. Al danno si aggiunge la beffa – incalza il pentastellato – perché ai lavoratori è arrivata una nota dalla “Sezione di Vigilanza ambientale” attraverso la quale si chiede ai propri dipendenti la disponibilità all’utilizzo del mezzo proprio per le attività di vigilanza. Siamo al grottesco: pur di non sbloccare la situazione si chiede agli agenti di vigilanza, assunti dalla Regione, di usare la propria macchina privata per svolgere il servizio, sapendo che quel servizio ad oggi non sono autorizzati a svolgerlo”.
A questo proposito Casili ricorda che la legge regionale n. 40 del 30 dicembre 2016, all’ art. 36 “Disposizioni in materia di spese di funzionamento della funzione di vigilanza ambientale”, dispone nel bilancio regionale una dotazione finanziaria di 300mila euro per alcune voci di spesa, tra cui il vestiario, le dotazioni di sicurezza e la mobilità”.
Un altro disagio causato da questo ritardo, evidenzia il consigliere cinquestelle, è la totale assenza di vigilanza venatoria. “Diventa sempre più concreto il rischio che, anche quest’anno, la stagione venatoria si svolga senza un’adeguata vigilanza – prosegue Casili – perché il Disegno di Legge n. 67 del 2 maggio 2017, che assegna la vigilanza venatoria al Nucleo di Vigilanza Ambientale della Regione Puglia, non è ancora stato approvato e, anche in questo settore, la situazione è di stallo totale. Il personale del Nucleo di Vigilanza ambientale, ex Polizia Provinciale, è contraddistinto da professionalità altamente specializzate nell’ambito della tutela del territorio extraurbano e rurale, nella lotta ai crimini ambientali, al fenomeno del maltrattamento degli animali, del bracconaggio e in genere contro lo sfruttamento criminale dell’ambiente e degli animali. Se non verranno ripristinate al più presto tutte queste funzioni, ci troveremo in una situazione di carenza di polizia ambientale-ittico-venatoria. Uno strumento – conclude – necessario in una Regione in cui imperversano sacche importanti di criminalità organizzata e fenomeni, spesso correlati, di ecomafie.”
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Si sono tenute oggi in V commissione Ambiente le audizioni richieste dal Movimento Cinque Stelle in merito al Nucleo di Vigilanza ambientale della Regione Puglia. Si esprime in merito il consigliere del M5S Cristian Casili.
“Grazie alle nostre sollecitazioni finalmente la prossima settimana approderà in seduta congiunta di II e V Commissione il regolamento del “Nucleo di Vigilanza Ambientale della Regione Puglia” – dichiara il vicepresidente della V Commissione Ambiente – grazie al quale potrà finalmente sbloccarsi la situazione degli 85 ex agenti della polizia provinciale che da 14 mesi, loro malgrado, sono pagati per non lavorare. Una situazione generata dalla riforma Delrio, che ha assegnato alle Regioni la Vigilanza ambientale e con essa gli ex poliziotti provinciali che dovrebbero occuparsi della prevenzione degli incendi, dei controlli sui reati ambientali, sulle discariche abusive e sulla vigilanza venatoria. In audizione – continua Casili – abbiamo chiarito le questioni riguardanti l’operatività del Nucleo di Vigilanza ambientale, con particolare riferimento alla definizione delle funzioni del Nucleo, alle qualifiche che saranno attribuite al personale e alle attività che sarà chiamato a svolgere. Ora che finalmente il regolamento approderà in Commissione per il parere di competenza auspichiamo tempi rapidi per garantire la piena operatività del personale, a cui è stato addirittura chiesto l’utilizzo del “mezzo proprio per le attività di vigilanza”, e che lo stesso venga dotato dei mezzi necessari per lavorare, per i quali è stato previsto uno stanziamento di 300 mila euro”.