LECCE BENE COMUNE INCALZA IL SINDACO DI LECCE SULL’ OPPOSIZIONE AL GASDOTTO TAP, CARLO SALVEMINI CINCISCHIA. E SOSTANZIALMENTE NON DICE LA VERITA’. ECCO PERCHE’, SULLA BASE DI QUELLO CHE RISULTA A leccecronaca.it DOPO QUALCHE VERIFICA
di Giuseppe Puppo______
Il gasdotto Tap, opera inutile, dannosa, contraria agli interessi dei cittadini e del Salento, buona solamente a quelli dell’ alta finanza internazionale, di speculatori e di lobbysti, sostanzialmente è ancora in alto mare. Anzi, non c’è nemmeno entrato.
Ammesso che ci entri, in mare, ed è tutto ancora da vedere, e che poi approdi a Melendugno, idem, rimane aperta tutta quanta la questione della rete di connessione alla rete nazionale, da Melendugno a Mesagne, appaltata alla Snam, attraverso le province di Lecce e Brindisi, sessanta chilometri fra gli ulivi e campagne, che ne sarebbero pesantemente devastate.
Dopo lunghe, complesse e alterne vicende giudiziarie al riguardo, promosse dagli oppositori, a vario titolo, l’ ultima – in ordine cronologico – parola è stata pronunciata lo scorso 7 agosto a Roma dal consiglio dei ministri, che ha dato il ‘via libera’ anche a quest’ altro aspetto, ugualmente importante, e forse il più dirompente, nell’ impatto geografico e sociale.
Tutto a posto, allora? No, nient’ affatto. Mancano ancora pareri decisivi, e tutto ancora è allo stato progettuale.
E che c’ entra in tutto questo Carlo Salvemini?
C’ entra, c’ entra. E in modo diretto e sostanziale, mica a pareri ideologici, o a chiacchiere dei salotti buoni.
Infatti, l’ ipotizzata rete attraverserà il territorio comunale di Lecce per ben ventidue chilometri. Non solo, passa per luoghi ad alto valore paesaggistico, come il parco del Rauccio, o artistici, come gli scavi di Rudiae.
Insomma, quanto basta per preoccuparsi, da parte di tutti, non solamente del comitato ‘No Tap’, o del sindaco di Melendugno Marco Potì.
Ma Carlo Salvemini, dopo aver dormito sulla questione quando era all’ opposizione, dopo averla accuratamente scansata in campagna elettorale, e anche questo qualcosa già di per sé significa, sulla questione non si è ancora svegliato nemmeno adesso che è sindaco di Lecce.
Queste le impressioni, e poi ci sono anche i dati di fatto a confortarle.
Ma andiamo con odine, e diamo la parola a ‘Lecce Bene Comune’, che, per quanto non sia riuscita ad entrare in consiglio comunale alle ultime elezioni di tre mesi fa, ha preso di petto, e giustamente, e meritoriamente, questa questione fondamentale, a ulteriore dimostrazione del fatto che si può fare politica, in tanti modi, e forse meglio, anche senza stare nel Palazzo di Potere.
Questa mattina, hanno mandato ai mass media un comunicato stampa. Ecco che c’ era scritto______
Nel corso dell’incontro ufficiale tra Lecce Bene Comune e il sindaco di Lecce, tenutosi la scorsa settimana, abbiamo affrontato anche il tema del gasdotto TAP, con particolare riferimento ai lavori che interesseranno il territorio comunale leccese, sul tracciato del raccordo con la rete SNAM.
Alla nostra richiesta di produrre atti ufficiali di opposizione alle autorizzazioni necessarie per la realizzazione di quei lavori, il sindaco ha risposto che non c’era più nulla che si potesse fare, perché “tutti gli atti autorizzativi necessari sono già stati rilasciati dalla precedente amministrazione”. Stando ai nostri approfondimenti, però, sembrerebbero essere ancora da compiere, da parte del Comune di Lecce, alcuni passaggi importanti dell’iter autorizzativo che quel tipo di opera prevede. Lecce Bene Comune presenterà formale richiesta di accesso agli atti, ma in attesa dell’esito chiede al sindaco un gesto di massima trasparenza e correttezza nei confronti delle cittadine e dei cittadini leccesi.
Chiediamo al sindaco di Lecce di confermare o, eventualmente, smentire pubblicamente quanto da noi qui riportato della sua risposta in sede di incontro ufficiale. In entrambi i casi, comunque, gli chiediamo di rendere noto all’intera cittadinanza l’elenco degli atti, di qualunque natura, relativi all’iter autorizzativo di quei lavori, sia di quelli già rilasciati che, eventualmente, di quelli ancora mancanti.
Siamo certi che il sindaco, eletto a seguito di una campagna elettorale in cui ha fatto costante riferimento all’importanza della trasparenza nell’amministrazione, non si lascerà sfuggire questa occasione per dare alla città un chiaro segno di discontinuità su questo tema. In qualità di cittadine e cittadini leccesi preoccupati da quel progetto, e apertamente contrari allo stesso, restiamo fiduciosamente in attesa di cortese riscontro.______
Fin qui Lecce Bene Comune.
La redazione di leccecronaca.it ha letto con stupore, e si è data da fare, nelle ultime ore.
Ora, certo, aspettiamo di vedere l’ ulteriore reazione del sindaco, come pure le ulteriori valutazioni di Lecce Bene Comune, alla quale, correttamente, toccherà un commento finale sulla propria iniziativa, di quelli che ne saranno gli esiti.
Noi però, intanto, che non facciamo i passacarte, né gli addetti alle fotocopie, ma cerchiamo sempre di fare al meglio il nostro mestiere, possiamo già sostenere alcune cose importanti, sulla base di quello che abbiamo fin qui letto, nel comunicato: sostanzialmente che il sindaco Carlo Salvemini a quelli di Lecce Bene Comune ha raccontato un bel po’ di balle. E scusate se è poco.
Primo: “tutti gli atti autorizzativi necessari sono già stati rilasciati dalla precedente amministrazione”, sostiene Carlo Salvemini. Falso.
La passata amministrazione sostanzialmente non ha autorizzato alcunché. Nella loro beata, a questo punto benedetta o maledetta ignoranza, nemmeno sapevano del fatto che il territorio del Comune di Lecce sarebbe stato interessato dalla rete di interconnessione, cioè il super tubo della Snam, a seguito del gasdotto Tap. E non han mosso un dito, in un senso o nell’ altro. Non hanno nemmeno presentato pareri, od osservazioni, come avrebbero potuto fare, nella fase preliminare di istruttoria del procedimento amministrativo.
Secondo, per sillogismo dalla dichiarazione precedente, Carlo Salvemini sostiene di non poter fare più nulla, in un senso o nell’ altro.
Falso. Pure Lecce Bene Comune lo anticipa, quando scrive nel suo comunicato di oggi: “sembrerebbero essere ancora da compiere, da parte del Comune di Lecce, alcuni passaggi importanti dell’iter autorizzativo che quel tipo di opera prevede”. Si può tranquillamente levare il condizionale. Infatti, a oggi, sul sito del Ministero dell’ Ambiente, pagina “Interconnessione TAP” DN 1400 (56″), DP 75 bar, L=55,090 km, si può constatare che manca ancora la valutazione di impatto ambientale ministeriale.
E che c’ entra Carlo Salvemini?
Centra, c’ entra. Perché in seguito alla così detta Via si innesta il meccanismo delle autorizzazioni urbanistiche necessarie alla realizzazione dell’ opera, a loro volta in seguito a una conferenza dei servizi fra i comuni interessati, in cui ovviamente quello di Lecce sarebbe il più autorevole e importante.
Non è stata ancora indetta, non è stata ancora fatta, insomma.
Un diniego della Città di Lecce ad essere attraversata nel proprio territorio in sede di conferenza dei servizi bloccherebbe tutti i lavori della rete di interconnessione. Insomma, Carlo Salvemini potrebbe bloccare concretamente Snam e Tap, pensa un po’…Se lo volesse. ______
L’ APPROFONDIMENTO nel nostro articolo seguente
In quattro ore, sono già migliaia le visualizzazioni dei nostri due articoli di questo pomeriggio; sono poi centinaia le condivisioni, e i commenti su ‘Facebook’ che ci è materialmente impossibile riportare qui sulla home page del giornale.
Segno di quanto la questione sia sentita da tutti i Leccesi. Grazie a tutti per l’ attenzione.
“È necessario che Salvemini faccia chiarezza, una volta per tutte, su cosa ha fatto e su cosa voglia fare concretamente in riferimento a TAP e ai lavori che interesseranno il territorio leccese” così afferma la Senatrice Daniela Donno, Capogruppo in Commissione Agricoltura.
“Quando si amministra la Cosa pubblica, trasparenza, correttezza e onestà sono componenti imprescindibili. Per questo, non accetteremo dal Primo Cittadino di Lecce risposte tronche o sterili rimbalzi di responsabilità alle precedenti amministrazioni. Perrone, lo scorso aprile, firmò l’appello rivolto al Capo dello Stato per fermare l’opera.
Salvemini, invece, da che parte sta? Sta per caso aspettando qualche diktat del suo partito oppure riuscirà a svincolarsi mantenendo la schiena dritta per tutelare il territorio?
I leccesi hanno bisogno di sapere quale è la posizione dell’attuale Amministrazione leccese sulla questione TAP, cosa accadrà alle campagne, alle strade, agli spazi comuni e quali saranno le conseguenze del passaggio del tracciato” prosegue la pentastellata.
“Sin dall’inizio abbiamo sollevato tantissime perplessità sulle gravi anomalie sotto il profilo tecnico e procedimentale che hanno caratterizzato e che tutt’ora caratterizzano questa scellerata opera ed è inaccettabile anche solo ipotizzare che non si sia fatto il possibile per evitare la prevista ecatombe ambientale. Tap continua a dimostrarsi una inesauribile fonte di problemi, un vaso di Pandora che metterà in ginocchio il nostro Salento. Salvemini non faccia orecchie da mercante e metta nero su bianco non solo le sue intenzioni, ma soprattutto le sue azioni” conclude Donno.
Il Tap con la legge sulla corruzione approvata ed il testo recente del parlamento europeo deve essere annullata perchè è dimostrato in sede parlamento europeo(mozione Frank Engels approvata)e presso la Procura di Milano il pagamento di una tangente ad una Fondazione.Poi è lo stesso Eni che scrive su Politico,giornale molto influente a Bruxelles, di sviluppare il gas liquido o LNG.Allora non era preferibile trasportare il gas atzero con gasiere da 300.000 tonn dal mar Nero in Italia senza costruire il Tap?.No l’Eni vuole tutte e 2 le infrastrutture per caricarle poi in bollette nostre,le gasiere ed il Tap,poi il Poseidon per andare avanti in monopolio per altri 30-50 anni.Ed il sostitutivo metano rinnovabile? Dato che Eni e Snam sono rimasti fermi alla chimica fossile del buon Mattei, sanno bene che loro perderebbero il monopolio ed allora convincono Governo e Mise a non produrre metano rinnovabile,senza dire mai il perchè? Mettono persino uno ex Tap al Mise dove fanno confusione ben orchestrata tra biometano che si ottiene gassificando scarti di biomasse ed il metano rinnovabile che si produce entrando nel power to gas con una energia rinnovabile che costi poco,ed io ho individuato l’acqua e mare in pompaggio ma digitalizzate e autobilancianti.Ora a me del metano fossile che ruba 1200 miliardi agli italiani in 30 anni,interessa che una lobby fossile non blocchi la scienza del P2G metano rinnovabile e non faccia 120.000 morti in piu’ in Italia dato che il metano fossile è un gas serra cancerogeno.Lo sa che Tap non puo’ piu’ dire metano pulito perche’ deve dire per sentenze europee pulito rispetto a..carbone e ci vuole poco a sostenerlo.
Poi 10 miliardi di m3 gas del Tap di cui è previsto il raddoppio vedi Snam violano la Seveso dato che si convertono i m3 in tonn a 0,9 e sono 9 milioni di tonn e se fanno il raddoppio-triplo a 30 miliardi di tonn sono 27 milioni di tonn.Ovviamente nel Tap entra gas russo e questo fa decadere la licenza europea.Tap cerca di forzare la mano con la VAS ma attenti la Costituzione Italiana e le leggi europee ed italiane sulla corruzione non permettono alla VAS di bypassare la Costituzione Italiana in quanto il TAP viola l’art.1-9-21 della Costituzione.L’art.21 riguarda il diritto di protestare per sprechi e salute dato che il metano fossile è un gas serra cancerogeno,per cui i Presidi di Polizia violano l’art.21 e il Tap deve ripagare al Ministero degli Interni le spese di polizia,CC e GF.La Forestale che ormai è CC dovrebbe vigilare su espianti abusivi di ulivi,loro gestione e riesaminare la rovina delle posidonie che sono la vera nursery dei pesci e lo sviluppo meduse documentato da UN Lecce.La proliferazione meduse si combatte levando i fossili e allaevando pesce che le mangiano(mio progetto centrolofodi o medusa fish).Per le recenti leggi sulla corruzione basta l’accertamento della Procura di Milano sulla Fondazione e l’indagine di Frank Engel europarlamentare per bloccare il Tap e la Corte dei Conti puo’ chiedere tutti i danni erariali da estendere ai politici che hanno dato l’assenso all’oera ben sapendo dei fatti europei e della grave corruzione emersa a Milano e ripresa dalla stampa mondiale,vedi The Guardian.Nella Via poi si è trascurato di vedere la zona sismica in mare a sud di Foca.Hanno valutato la sismicità a terra ma non hanno notato quella piu’ grave in mare segnata su ogni mappa sismica.
Alcune domande al Sindaco di Lecce Carlo Salvemini
“Meno NO TAP più NO TAR”, è questo lo slogan che l’ex premier Matteo Renzi ha portato a Lecce nel suo tour pre-elettorale. Uno slogan che fotografa bene il sistema di valori che muove la sua persona, il suo partito politico e se vogliamo anche la vicenda del gasdotto TAP. Un sistema di valori basato sullo scardinamento di qualsiasi regola. Preferire l’operato di una multinazionale svizzera, che da mesi sta agendo illecitamente sul territorio pugliese, a quello dei TAR (Tribunali Regionali Amministrativi), mettendone in dubbio l’utilità e le funzioni che svolgono, significa ammettere che il governo in carica, così come quello che potrebbe eventualmente presiedere il signor Renzi, sarà basato sulla tutela di interessi privati extra-nazionali a danno della cosa pubblica e su un’azione amministrativa costruita attorno all’illegittimità, alla speculazione e all’illegalità.
Figuriamoci parlare di democrazia e rappresentanza territoriale.
Gettata la maschera, per chi ancora avesse dei dubbi, il Partito Democratico, il suo rappresentante in pectore e i partiti satellite di questo sistema di potere che tiene in piedi il Governo Gentiloni, annunciano che le popolazioni locali e i loro sistemi di garanzia giuridica amministrativa non avranno più voce in capitolo nella gestione della cosa pubblica per gli anni a venire.
A questo punto non ci resta che ri-chiamare in causa i nostri rappresentanti locali dicendo loro che, a seguito di questo epitaffio alla democrazia e alla legalità, pronunciato a Lecce da Matteo Renzi, i cittadini pugliesi e di tutta la penisola non sanno più quale istituzione possa tutelare i loro diritti e la loro volontà popolare.
In particolare, tra i tanti che in campagna elettorale hanno pronunciato belle parole contro il progetto TAP vogliamo rivolgerci al sindaco di Lecce Carlo Salvemini.
La popolazione salentina vorrebbe sapere se il sindaco del capoluogo provinciale è favorevole o meno alla costruzione della grande opera fraudolenta che va sotto il nome di TAP.
Vorrebbe sapere se nella giornata di ieri, oltre a fare gli onori di casa al presidente del suo partito, un dovere istituzionale che nessuno intende metter in discussione, ha provato a sussurrargli nell’orecchio che in questa landa del meridione, negli ultimi mesi, c’è stato un risveglio partecipativo basato sulla tutela del territorio, dell’ambiente, dei diritti dei cittadini e sul rispetto delle poche elementari regole che tengono insieme questo maledettissimo Paese.
Vorremmo sapere se gli ha sussurrato che è contrario alla costruzione del gasdotto TAP. Vorremmo sapere cosa pensa dei cittadini che stanno difendendo il proprio territorio da uno dei peggiori attacchi alla democrazia che si siano verificati in Italia negli ultimi anni.
Vorremmo sapere se per lui è normale che in uno stato di diritto, una multinazionale straniera agisca violando le prescrizioni normative sull’opera che intende realizzare, muovendosi scortata dalle forze dell’ordine.
Infine, signor Sindaco di Lecce, sarebbe giusto sapere se all’interno del suo impegno istituzionale troverà spazio in qualche modo la tutela dei diritti e del benessere dei cittadini che oggi rappresenta.
Il 17 ottobre ci sarà la conferenza dei servizi sull’Interconnessione SNAM con il Gasdotto TAP(54Km),e la giunta di Carlo Salvemini non ha affatto una posizione chiara,anzi sembra che voglia tirare i remi in barca,e a mio avviso non gli ha mai tirati fuori,carte alla mano sempre.
Quindi o vuoi o non vuoi il Sindaco di Lecce,che vede il suo territorio attraversato per 22Km,che vede il parco del Rauccio attraversato,e tantissime altre criticità,dovrebbe esprimere un parere per rilascio dell’Autorizzazione Unica(d’ora in poi AU).
Il rilascio dell’AU non è una questione di lana caprina,e comunque mi chiedo se l’amministrazione di Lecce impugnerà la VIA rilasciata 3 giorni fa,VIA che non tiene assolutamente conto delle criticità.
Questi a me sembrano buoni motivi per incalzare un sindaco che si dice di sinistra,e che è nel cuore di tanti leccessi che non vogliono vedere lo scempio sopra citato.
Da un incontro di Bruxelles a cui ho partecipato è un fatto inquietante:
Molti,da tutte le parti d’Europa,sono venuti con ritagli di giornali che citavano le TANGENTI azere a tanti politici europei,inchiesta partita dalla procura di Milano.
Siamo rimasti stupiti,NOI NON AVEVAMO UN SOLO RITAGLIO IN ITALIANO,ma i giornalisti italiani dove sono?tutti a fare i moderatori?
Quindi le domande sono 3:
Carlo Salvemini impugnerà la VIA?sempre rimanendo nel legale,non sia mai.
Il comune di Lecce,sulla base dei documenti,darà parere negativo alla conferenza dei servizi del 17 ottobre?
I giornalisti italiani,scriveranno mai che dietro al corridoio sud del gas c’è una mazzetta da 2,9 miliardi di €?
“Il Governo, oltre a deturpare l’ambiente, persegue scelte di politica energetica sbagliate per avvantaggiare interessi di pochi a scapito del bene collettivo. Continuando così sarà distrutto in breve tempo non solo l’ambiente ma anche l’economia che non sarà in grado di competere con le nazioni che hanno puntato sull’innovazione e l’abbandono delle fonti fossili”.
Lo dichiara il consigliere del M5S Antonio Trevisi in seguito alla ripresa dei lavori nel cantiere Tap e al via libera del Ministero dell’Ambiente all’azienda americana Global MED per la ricerca del petrolio mediante l’utilizzo della tecnica dell’airgun al largo di Santa Maria di Leuca.
“La stessa classe politica che oggi propone trivelle e gasdotti alcuni anni fa proponeva centrali a gas e la realizzazione in Italia di quattro nuove centrali nucleari che, alla luce dell’attuale sviluppo delle energie rinnovabili, avrebbero avuto un impatto devastante a livello economico in termini di overcapacity e di investimenti finanziati dalle banche non recuperabili.
Lo stesso sbaglio che oggi stiamo pagando per le centrali a gas finanziate dalle banche italiane per 25 miliardi e che, senza gli incentivi (capacity payment) del Governo, sarebbero già fallite.
Purtroppo anche il nostro Governatore Emiliano vorrebbe portare le centrali a gas in Puglia senza rendersi conto che stanno fallendo in tutta Italia e sono una concausa della crisi delle banche.
È paradossale che oggi siamo nelle stesse mani di coloro che hanno commesso tali macroscopici errori di politica energetica in passato. Grazie a questi soggetti oggi è quasi più complesso l’iter per installare un impianto fotovoltaico su una struttura domestica rispetto all’iter per ottenere le autorizzazioni a bombardare i fondali marini con l’airgun.
Il Governo nazionale si sta dimostrando solo uno zerbino di lobby e multinazionali lo ha dimostrato e detto chiaramente Renzi nel suo ultimo discorso a Bari.
Negli ultimi 15 anni centrodestra e centrosinistra hanno fatto scelte energetiche devastanti per la nostra economia e per fortuna i cittadini hanno fermato la follia del ritorno al nucleare.
Senza contare i danni sulla ricaduta occupazionale: le aziende in via di sviluppo nel settore della green economy avrebbero continuato a creare migliaia di posti di lavoro, ma ad un tratto sono state lasciate a loro stesse e fatte fallire dalla politica che ha tolto gli incentivi alle rinnovabili per darli alle fossili al fine di agevolare grosse lobby, petrolieri, multinazionali straniere”.
Trevisi ribadisce ancora una volta la necessità di puntare su un modello basato sull’autoproduzione e sulla generazione distribuita. Un recente studio di pianificazione energetica realizzato da 27 ricercatori di prestigiose università internazionali e pubblicato nell’ultimo numero della rivista scientifica Joule ha dimostrato che in un’Italia alimentata interamente dalle rinnovabili, i cittadini risparmierebbero 6mila e 500 euro a testa; ci sarebbero oltre 45 mila morti premature in meno causate dall’inquinamento e si potrebbero creare 485.857 nuovi posti di lavoro (al netto dei 164.419 persi nel settore dei fossili).
“Il modello basato sull’autoproduzione energetica è l’unico che consentirebbe che gli enormi flussi di denaro, oggi concentrati nelle mani di pochi soggetti, vengano distribuiti a tutti i cittadini creando ricchezza e nuovi posti di lavoro”.