GIUSEPPINA GHERSI, UNA BAMBINA DI 13 ANNI STUPRATA E UCCISA DAI PARTIGIANI. LA TARGA DIVENTA UN CASO
(m.v.)_______E’ il figlio di un partigiano a chiedere che venga ricordata la tredicenne massacrata dai partigiani comunisti.
La storia di Giuseppina Ghersi, tredicenne di Savona uccisa pochi giorni dopo la liberazione, torna di attualità. E fa discutere a Noli l’iniziativa di un consigliere comunale di centrodestra di ricordare la ragazzina violentata e uccisa con una targa nella piazza dedicata ai fratelli Rosselli. A proporre la targa, che sarà inaugurata il 30 settembre, Enrico Pollero, di centrodestra e con un padre partigiano.
“Dopo aver letto la storia di Giuseppina ho pensato che bisognava fare qualcosa per ricordare una bambina di 13 anni uccisa senza motivo“.
Pollero punta ad una “vera riappacificazione” sostenuto dal sindaco della cittadina del ponente ligure, medaglia d’oro della resistenza.
L’associazione partigiani, un’associazione finanziata con i soldi dello Stato, i nostri soldi, è insorta. “Siamo assolutamente contrari. Giuseppina Ghersi era una fascista”.
Delle atrocità commesse dei Partigiani, se ne è sempre parlato a bassa voce. Tutti sanno delle stragi che hanno commesso, ma non v’è traccia di ciò nei libri di storia, nei documentari che quotidianamente la RAI ci propina sulla seconda guerra mondiale, per non parlare delle forze politiche che hanno distorto la storia a loro uso e consumo.
Ecco perché dopo 72 anni dalla fine della Seconda Guerra mondiale in Italia, a differenza delle altre nazioni, non esiste una storia condivisa. Non esiste perché IL PARTITO COMUNISTA HA FALSIFICATO LA STORIA DAL DOPOGUERRA SINO AD OGGI, e gli altri partiti Democrazia Cristiana in testa lo hanno lasciato fare.
“Presero la bambina e ci giocarono a pallone, portandola in uno stato comatoso”. Giovanni Ghersi denunciò il martirio subito di Pinuccia, la sua unica figlia tredicenne, un anno dopo la sua morte. La piccola fu brutalizzata e uccisa dai partigiani comunisti.
Se oggi fosse viva, Giuseppina Ghersi sarebbe una graziosa nonnina di 85 anni. Ai nipoti racconterebbe degli stenti della guerra, del negozio di ortofrutta dei suoi a Savona, della gonna a ruota che volteggiava a ritmo di swing, dei suoi vent’anni, del ’68. Pinuccia Ghersi, purtroppo, è stata giustiziata all’età di 13 anni dopo aver subito disumane sevizie. In pochi conoscono il suo nome, che su Wikipedia non esiste, ma chi lo sentito nominare lo conserva impresso nella mente. Quella di Pinuccia Ghersi è una di quelle storie che non ti lasciano più.