Benassi SV : spettatore non pagante. Si gode il sole di primavera per quasi tutto il primo tempo, viene sollecitato solo da un velleitario tiro di Kirilov centrale. Nella ripresa assiste impotente ai due gol annullati ai bresciani ma poi riprende la sua inattività odierna.
Kalombo 6+ : inizia timido forse preso dall’emozione dell’esordio tra i professionisti poi, complice anche il risultato, si scioglie e tiene bene la posizione contenendo le (poche) folate della Lumezzane. Nel secondo tempo viene avanzato a centrocampo e , quando il risultato assume proporzioni esagerate, cerca di bagnare l’esordio con qualche soluzione personale. Il ragazzo c’è.
Ferrario 6: Puntuale ed ordinato sugli innumerevoli spioventi verticali a cercare le punte bresciane. Pecca in errori elementari di appoggio ed è non pervenuto in inizio ripresa sui pochi pericoli creati da Kirilov e compagni. Finisce poi in scioltezza.
Martinez 6,5: Meglio tardi che mai. Il costaricense è di un’altra categoria, puntuale, pulito e dotato in fase di costruzione. La sua sicurezza sarà decisiva nelle fasi concitate del campionato.
Diniz 5,5: Ha l’attenuante di ricoprire un ruolo non suo. In ogni caso però appare affannato su molte palle innocue. Sbaglia appoggi e , forse insicuro, sparacchia molti palloni in orbita. Si riscatta col passare dei minuti spegnendo tutti i principi di incendio innescati da Inglese e Meola.
De Rose 7: al momento è linfa vitale per il Lecce. Serve come il pane. Timbra la partita dopo 55 secondi con un destro al fulmicotone che castiga l’incolpevole Vigorito. La sua presenza a metà campo consente anche migliori prestazioni a Giacomazzi e Memushaj più liberi di svariare e di incidere sulla partita. Continua così.
Giacomazzi 6,5: il centrocampo a tre gli consente di respirare di più e di essere più presente nelle trame offensive del Lecce. Tiene d’occhio Pintori e lo domina facilmente. Non si fa vedere molto nell’area avversaria ma si sobbarca molto lavoro sporco. Sempre vigile.
Memushaj 7:inversione di marcia rispetto alle ultime partite calanti. Giova della nuova disposizione tattica di Toma e dispensa palloni a Go-Go. Viene spesso raddoppiato dai centrocampisti bresciani ma viene solo moderato nei suoi benevoli effetti per la manovra leccese. Sul 4-0 sfiora il gol di pregevole fattura su punizione.
Falco 7: anche lui sembra un altro rispetto alla debacle contro il Trapani. Imprendibile a tratti, disegna un perfetto lungolinea di 30 metri per Jeda che poi viene atterrato da Vigorito. Nella ripresa pecca di egoismo ma è comprensibile data la sua voglia di invertire la rotta.
Bogliacino 7: mente e braccio allo stesso tempo. In fase di non possesso scala sulla trequarti per prendersi il pallone e dispensa sapere per i suoi compagni. Freddo in occasione del rigore, sfiora poi la doppietta con un tiro da fuori. Assistman ufficiale di Jeda poi: per due volte imbecca il brasiliano da calcio d’angolo ed infine al 39′ è grazie ad una sua palla filtrante che arriva il 3-0 dello stesso Jeda.
Jeda 7+ :voto che contiene anche l’elemento psicologico di una giornata che ,si spera, abbia restituito al Lecce il miglior Jeda. Sbaglia di testa nella prima frazione di gioco ma poi si sblocca nel migliore dei modi al 39′ : palla ad incrociare da angolazione quasi impossibile. Firma la sua doppietta di giornata dopo 2 minuti raccogliendo una respinta corta di Vigorito su un tiro di Memushaj. Ha qualche occasione per arrivare all’hat-trick ma va bene così.
Di Maio 6: ordinaria amministrazione, dopo il suo ingresso la Lumezzane tira i remi in barca.
Zappacosta 6,5 : entra per rompere gli ultimi tentativi di gioco dei bresciani ma trova il gol del 5-0 su assist illuminante di Jeda. Gioia meritata per un giocatore capace di rispondere presente ad ogni chiamata.
D’Ambrosio SV
Toma 6,5: ha il merito , seppur con tutti i colpevoli ritardi causanti la debacle col Trapani, di cambiare identità tattica al Lecce, identità che ha permesso questo pokerissimo. Coraggioso nella decisione di lasciar fuori Esposito e Chiricò, è da vedere ora come questi due giocatori cercheranno di inserirsi in un meccanismo apparso oggi quasi perfetto.
Gabriele De Pandis.