NOTE D’ ARTE / LE ‘ESSENZE’ DI TIZIANA MELE IN MOSTRA ALL’ EX CONSERVATORIO SANT’ANNA DI LECCE. VENERDI’ 1 SETTEMBRE ALLE 19.00
di Stefano Donno______
Si inaugura venerdì 1 settembre presso l’ ex Conservatorio S. Anna di Lecce, in via Giuseppe Libertini alle ore 19.00, con il Patrocinio del Comune, la personale di pittura di Tiziana Mele, “Essenze”, che sarà presentata da Ambra Biscuso.
Un tracciato sensoriale che si dipana nelle quattro stanze dell’ ex Conservatorio, e racconta visioni che appartengono all’artista in maniera indissolubile, come storia personale, come testimonianza di storie, che hanno come comun denominatore un’introspezione malinconica, profonda, a tratti dolorosa. Un turbinio di emozioni, insomma, in cui il punto di partenza è l’aspettativa e il punto d’arrivo la speranza, un custodire in memoria con uno sguardo rivolto al passato per poter costruire un futuro.
È possibile dunque testimoniare la propria vita, attraverso le “essenze” e le “assenze” che ci hanno accompagnato e ne hanno caratterizzato i momenti salienti?
La ricerca delle essenze accompagna Tiziana Mele fin dalla giovinezza, ed è un puzzle che rievoca un mondo perduto, fantastico creando archi sempre più grandi a volte sfumati a volte decisi descritti con la libertà consapevole del pennello e il tocco leggero della velatura che fa vibrare il colore, quasi etereo, fino a trascendere dalla dimensione strettamente personale, per approdare a un’esperienza universale.
E’ allora si può parlare di meta/racconto attraverso le sue visioni, quello di Tiziana, dove profumi e colori si sustanziano in esperienza del vivere e diventano cesti di nature morte, quasi a voler fermare il tempo a come eravamo, lì dove risiede l’essenza delle cose e la melagrana diventa simbolo sia di vita che di morte: i due opposti collegati da un filo sottile; ma lei vuole dare corpo anche all’essenza della vita così i fiori inglobati nei quattro elementi: aria, acqua, fuoco e terra.
Sono immagini dell’interminabile ciclo in cui “essenza” ed “assenza” raccontano storie di abbandono e di rinascita; e ancora va alla ricerca della spiritualità e la trova nella luce ultraterrena di due rose algide e nella struttura a doppia elica di ortensie custudite in un vaso che non c’è.
Infine, ecco un luogo dove i ricordi assumono la forma di un libro, di una rosa, di una conchiglia in un eterna navigazione su barche di legno dure, come noi pescatori di ESSENZE in cerca di stimoli per continuare il viaggio, vestiti del ruolo che ci viene imposto, o che scegliamo, per non affondare nell’indifferenza, per non annegare nello spleen, per non sentire il dolore fisico di una solitudine che non è solo fisica.