INCENSURATO DI LECCE ARRESTATO PER SPACCIO. TRADITO DALLA “POESIA”
Era convinto che farsi il bagno in quel posto da favola che è la Poesia, farsi una canna all’ombra della grande grotta, ben si conciliasse con lo spacciare marijuana.
Lo sfortunato evidentemente non conosceva l’avvenimento da cui ha tratto origine il nome del bellissimo posto, la Poesia, che però in origine era Prosia, ossia tradimento.
Un abitante di Roca tradì i suoi concittadini mostrando ai turchi il modo per accedere alla città.
Ecco anche lui è stato tradito da qualcuno che ha avvertito la Guardia di Finanza..
Le fiamme gialle leccesi, nell’ambito dell’intensificazione dei servizi estivi voluta dal comando generale del corpo e coordinata a livello locale dall’autorita’ prefettizia su tutto il territorio salentino, hanno arrestato un uomo di 43 anni, P.L., incensurato di lecce, intento a consumare ed a spacciare sostanze stupefacenti.
I militari del corpo, da giorni impegnati nei dispositivi di prevenzione e contrasto al traffico di sostanze stupefacenti ma in quel momento liberi dal servizio mentre trascorrevano una giornata presso la località nota come “Grotta della Poesia” a Roca di Melendugno, notavano l’uomo intento dapprima a consumare uno spinello confezionato con marijuana.
Al riparo tra gli scogli, confuso tra bagnanti e turisti e lontano dalle strade battute dalle pattuglie delle fiamme gialle l’uomo veniva altresi’ notato mentre cedeva piccole dosi agli avventori che frequentavano il posto.
I militari, dopo alcuni minuti di osservazione, intuendo le intenzioni di spaccio in corso provvedevano, con l’ausilio di rinforzi immediatamente giungi sul posto, ad ispezionare lo zaino del soggetto, all’interno del quale veniva rinvenuto lo stupefacente già confezionato in dosi e pronto per la vendita.
Successivamente pesata, la droga ammontava a circa 50 gr, tra marijuana e hashish del pregiato tipo bolt.
A seguito di costanti contatti con il magistrato di turno, dott.ssa Stefania Mininni, della Procura della Repubblica di Lecce, la sostanza stupefacente veniva sequestrata e per il responsabile scattavano gli arresti domiciliari per la violazione dell’articolo 73 del d.p.r. n. 309/1990.
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