DI MAIO: CHIUDERE I PORTI AI TAXI DI MARE
(cioppi)_______In fatto di immigrazione si avvicinano le posizioni del Movimento 5 Stelle a quelle della Lega di Salvini.
“Tutti sanno cosa succede, ma nessuno vuole affrontare il problema, che però è enorme. Quindi finché non ci vedremo chiaro e in assenza di una legge, bisogna chiudere i nostri porti a tutte le Ong. A monitorare le acque e salvare vite umane ci penseranno la Marina e la Guardia costiera, come è giusto che sia. Ma il servizio dei taxi del mare va interrotto subito”. Così il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, candidato premer in pectore del M5S, in un’intervista rilasciata al Corriere delle Sera.
Dopo le indagini di diversi magistrati sull’operato delle ONG, le organizzazioni di volontariato che affittano navi per prelevare i migranti dalle coste libiche, e dopo i video che mostrano come alcune di esse fossero d’accordo con gli scafisti, l’organizzazione criminale libica che commercia in schiavi, il Ministro degli Interno Minniti è stato costretto a svegliarsi dal torpore.
E così dopo essersi scusato per aver redatto un codice di condotta, dopo anni di anarchia totale, sempre però a spese dei contribuenti italiani, il Ministro ha così dichiarato che:
“Il codice di condotta è pensato per non consentire una generalizzazione in negativo delle Ong, che non condivido; credo che sia legittimo da parte di parlamento, governo italiano e Unione europea chiedere un coordinamento”.
“Tutte le Ong scelgano da che parte stare”.
“Non intendo rinunciare al principio di salvataggio dei naufraghi e neppure a quello della sicurezza dei miei concittadini. Per questo ritengo necessaria la presenza di polizia giudiziaria sulle navi delle Ong”, afferma Minniti. “Chi non ha firmato non potrà far parte del sistema di salvataggio che risponde all’Italia, fermo restando il rispetto della legge del mare e dei trattati internazionali. Ma per firmare c’è ancora tempo”.
Questo è il Governo che abbiamo. Che non è in grado di imporre le regole a dei privati che decidono del destino della nostra nazione, delle nostre risorse, del nostro futuro e di quello dei nostri figli.
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