SULLA STRAGE DI BOLOGNA , VUOTE PAROLE DI COMMEMORAZIONE. A CHI SERVI’ QUELLA STRAGE?
(v.m.)______Sulla Strage di Bologna il Presidente del Consiglio Regionale di Puglia, dichiara che bisogna condannare l’odio cieco, e che attendiamo la verità.
Io mi auguro che il Presidente Loizzo abbia detto qualcosa di più interessante di quanto riportato dalle agenzie di stampa, altrimenti abbiamo di che preoccuparci.
Se dopo quasi quarant’anni non si ha ancora la capacità di capre quanto è successo o siamo tonti, o più probabilmente è perché dopo che abbiamo raccontato certe verità, frutto di prese ideologiche e di convenienza politica, oggi che pure il quadro politico è completamente cambiato, non abbiamo il coraggio di dire che erano tutte menzogne, quelle che per anni i giornali e le forze politiche, che di quella strage hanno beneficiato, hanno raccontato.
Quando si parla di stragi e di morti è difficile fare un’analisi fredda, si è portati ad immedesimarsi nel dolore delle famiglie che hanno subito la perdita di un proprio caro, più che restare lucidi e porsi domande e fare analisi.
Ma sono passata quasi quarant’anni, e se la Rai ci fa vedere le immagini sbigottite e l’orrore di chi scampò miracolosamente alla strage, continua ad evitare però a porsi delle domande, la prima fra tutte, A CHI SERVIVA QUELLA STRAGE? o ancora meglio a chi è servita.
All’indomani della strage L’UNITA’ organo del Partito Comunista Italiano titolava in prima pagina”Quasi certo: un atroce attentato fascista”.
Ora che il PCI senza avere alcuna prova nell’immediatezza della strage addossasse la responsabilità agli avversari di sempre, si può comprendere, ma se a farlo è un intero sistema, compreso quello giudiziario, allora si finisce dove siamo oggi, senza responsabili, ma con una lapide nella stazione di Bologna che sopra ai nomi dei caduti recita: “Vittime del terrorismo fascista”.
La responsabilità politica di quella strage fu addossata ad una precisa forza politica che si chiamava MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO, il partito neofascista, che da allora non si riprese più.
Quindi l’operazione sul piano politico riuscì perfettamente, la Democrazia Cristiana e i partiti satelliti, a causa della corruzione di cui erano artefici cominciavano a perdere consenso, consenso che però non sarebbe andato al PCI trattandosi di un elettorato moderato, per cui i consensi cominciavano a spostarsi a destra verso il MSI.
La strage riportò i voti nell’ovile, ” meglio ladri che assassini”, questo fu il motto grazie al quale, la Dc e suoi alleati continuarono a governare per un altro decennio.
Per avvolorare la tesi della strage fascista, si indagò in un’unica direzione, e quando si vide chiaramente che si trattava di una Strage di Stato, si cominciò a parlare di servizi deviati, insomma si è detto tutto ed il contrario di tutto.
Alla fine di tutto questo indagare sono andati assolte tutte le centinaia di persone coinvolte ed indagate, dopo quasi 40 anni non si conoscono i mandanti, non si conoscono i motivi per cui la strage andava compiuta, insomma sappiamo solo che erano coinvolti gli apparati dello Stato.
Sono stati condannati come esecutori due fidanzati, già ergastolani che per ottenere qualche privilegio in prigione avrebbero anche potuto pure confessare, ma non lo hanno fatto, in definitiva l’unica cosa che è restato in piedi sono gli slogan, e le dichiarazioni dei TG, come quello di un cronista della Rai che al tg della sera disse: ” Non si sa chi è stato, non è stato preso nessuno, ma la bomba è di chiara marca fascista”.
Oggi sorrido pensando a me che ragazzino che 37 anni fa dopo aver ascoltato il giornalista della RAI pensai che avessero trovato un pezzo di bomba con la marca incisa su dal fabbricante di bombe tipo: “Bomba Fascista made in Italy”.
Ora da che mondo è mondo chi sta all’opposizione, quando mette una bomba lo fa mettendola sotto la sedia di chi comanda, non in mezzo alla povera gente.
Presidente Loizzo il prossimo anniversario oltre a ricordare i morti della strage di Stato, come è doveroso che sia, forse dovrebbe ricordare anche tutte le vittime innocenti che per decenni sono state perseguitate, incarcerate, bollate col marchio dell’infamia, perché gli apparati dello Stato dovevano difendere una classe politica da cui dipendevano.
Per non parlare di coloro che in seguito alle migliaia di dichiarazioni, lapidi, libri, documentari e film, sono stati fatto oggetto dell’odio di coloro che sentendosi giustificati hanno bruciato centinaia di sedi del MSI per non parlare dei ragazzi ammazzati, compresi ragazzi e bambini arsi vivi mentre dormivano nella loro casa.
Ed ecco la dichiarazione di Loizzo.
“A 37 anni dall’esplosione nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione centrale di Bologna, il Consiglio regionale della Puglia non dimentica e condanna ancora l’odio cieco degli attentatori, che vollero colpire persone semplici, bambini, donne e uomini di ogni età, in un luogo nel quale non potevamo esserci che vittime innocenti”. Lo sostiene nell’anniversario della strage nella stazione di Bologna, il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Mario Loizzo. “Gli obiettivi di quella strage sono tuttora oscuri, perché dopo quattro decenni – sottolinea Loizzo – siamo ancora in attesa di una risposta a tanti perché. Ci sono state sentenze, ci sono state condanne, ci hanno indicato dei colpevoli, ma quella giornata dolorosa attende una verità e della verità c’è bisogno assoluto; ha ragione il presidente Mattarella”. “Un pensiero va a tutte le famiglie delle vittime e in particolare ai sette pugliesi periti in un giorno che per loro – aggiunge Loizzo – doveva essere spensierato, in viaggio verso i luoghi di vacanza. Il 2 agosto 1980 la Puglia pagò il tributo più alto: Sonia Burri 7 anni, Vito Diomede Fresa 62 anni, Francesco Cesare Diomede Fresa 14 anni, Errica Frigerio 57 anni, Patrizia Messineo 18 anni, Giuseppe Patruno 18 anni, Silvana Serravalli 34 anni”.
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