COME NELLE FICTION, ECCO COME VENIVANO RICICLATI (DAVVERO) I SOLDI ‘SPORCHI’ DELLA MAFIA, IN ATTIVITA’ NEL SALENTO CHE PRODUCEVANO DENARO ‘PULITO’
(Rdl)______L’ allarme era stato chiaro: la mafia investe nel Salento. Magistratura, Procure e Commissione Parlamentare avevano denunciato il fenomeno, oltre alle infiltrazioni nelle Istituzioni, e ai rapporti con la politica.
Si pensava, si sapeva, della Sacra Corona Unita. Qualcosa, di ‘Ndrangheta e Camorra. Nulla della Mafia principale, la siciliana. Oggi ne sappiamo di più. Sappiamo che la famiglia del boss nel Salento riciclava denaro così detto ‘sporco’ attraverso società fittizie.
C’ è stata all’ alba di questa mattina un’ operazione che ha portato al sequestro di beni mobili e immobili alla famiglia del boss mafioso Totò Riina, in Sicilia, ma pure, la clamorosa novità, nelle province di Lecce e Brindisi.
Vediamo.
Indagini di anni del reparto Operativo Speciale dei Carabinieri hanno consentito di individuare e colpire il patrimonio occulto riconducibile a Salvatore Riina, alla moglie Ninetta Bagarella e ai figli, Giuseppe Salvatore, Maria Concetta e Lucia.
I beni sequestrati sono localizzati prevalentemente nelle province di Palermo e Trapani, e sono costituiti da società, una villa, conti correnti bancari e terreni.
Secondo gli inquirenti “è emersa la significativa e continuativa disponibilità di denaro contante della famiglia, ed in particolar modo della moglie la quale, malgrado i molteplici sequestri di beni mobili subiti nel tempo ed a fronte dell’assenza di redditi ufficiali, è riuscita a emettere nel periodo 2007-2013 assegni per un valore di oltre 42.000 mila euro a favore dei congiunti detenuti”.
Nel Salento sono stati localizzati i beni aziendali formalmente intestati a Antonino, detto Tony Ciavarello, genero di Riina, marito della figlia primogenita del boss di Corleone, Maria Concetta Riina, che da anni abitano a San Pancrazio Salentino.
Si tratta delle società a responsabilità limitata Rigenertek, AC Service e Clawstek, tutte operanti nella vendita al dettaglio di ricambi, forniture e componenti automobilistici, con sedi legali e punti operativi fra Lecce e Brindisi.
Stando agli esiti delle indagini patrimoniali, sono state costituite con proventi di presunta derivazione illecita. Infatti, l’esame incrociato della contabilità di queste aziende ha evidenziato una sperequazione di ben 480 mila euro, immessi per lo più in contanti ed in numerose tranches nei patrimoni sociali senza alcuna giustificazione legale.
Oltre alle società, i militari hanno sequestrato sedici conti correnti bancari, un conto postale, due depositi titoli e due depositi al Ciavarello, e tre conti alle Poste e uno in banca alla Riina.
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