ERGASTOLO BIS PER BOSSETTI. MA I DUBBI RIMANGONO
di Giuseppe Puppo______I legali dell’ accusato (nella foto), a caldo, hanno già preannunciato appello in Cassazione: “Abbiamo assistito alla sconfitta della giustizia”. Questa storia non finisce qui, dopo la sentenza di secondo grado, che, a mezzanotte e mezzo di oggi, a Bergamo, dopo un anno, ha confermato la condanna all’ ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio di Massimo Bossetti, il quale, ore prima, aveva detto ai giudici che si tratta del “del più grande errore giudiziario di tutta la storia”.
Le sentenze si rispettano. Però, si possono commentare.
Una sentenza di condanna si emette “al di là di ogni ragionevole dubbio”, e “in dubbio pro reo”: i cardini del nostro ordinamento giudiziario.
Qui, di dubbi ce ne sono tanti, sull’ unica prova “certa” (‘certa’?) costituita dal dna, una parte di dna, su cui, come è noto, si è arrivati per vie traverse e comunque contraddittorie.
Perché non disporre almeno di rifare gli esami, come era stato chiesto dai legali, prima del pronunciamento? Perché accanirsi sul’ infallibilità presunta della scienza, perché non ascoltare, e pure nei confronti di essa, l’ Ode al dubbio di Bertolt Brecht?
Certo, il dna, dice la scienza, è infallibile, quando l’ esame è fatto bene. Ma c’è una singolare stranezza, in questo caso, modalità di rilievo del dna a parte. E cioè: in tutti gli altri casi, il dna serve a risalire al colpevole, intorno al quale poi si trovano, ovviamente, tante altre prove, armi, movimenti, riscontri di ogni tipo.
Faccio un esempio, fra quelli che mi ricordo meglio: al serial killer Donato Bilancia di Genova gli inquirenti arrivarono andando a prendere fra i sospettati le sue tracce biologiche da una tazzina di caffè bevuta al bar. Bene: ma poi trovarono decine di riscontri, al fatto che era lui il multi sicario.
Qui, non c’è una prova, che sia una, di armi, di frequentazioni o semplici conoscenze pregresse, di tracce tecnologiche.
Insomma, dobbiamo credere che quella sera di novembre di sette anni fa Massimo Bossetti se ne sia andato in giro a caccia di ragazzine da seviziare, presunta aberrazione di cui gli inquirenti non hanno potuto produrre nessun riscontro, o lo abbia fatto per la prima volta?
Avevano già sbagliato una volta, gli inquirenti, col povero operaio marocchino.
Non sono riusciti a trovare nessuna altra pista, o a seguire fino in fondo nessuna altra ipotesi.
L’ infallibilità della scienza è dunque un dogma? Se non lo è, si dovrebbe rimettere in discussione tutto quanto.
Per troppi e troppe autorità.
Meglio liquidare tutto in fretta, senza altro. Anche per mezzo dna.
Ma è giustizia questa? Quella che ‘tira dritto’ e sostanzialmente impedisce all’ imputato di potersi difendere?
Category: Cronaca
d’accordo con Lei Direttore…. e…. basta con le sentenze su base indiziaria, quanta percentuale di errore esiste? Cresce nel cittadino comune la PAURA DELLA GIUSTIZIA, che dovrebbe essere approssimativa…. MAI!