NOTE D’ ARTE / UN PLAUSO A PASQUALE URSO: I QUARANTATRE ANNI DELLA STAMPERIA ‘LA STELLA’ E LA STORIA DELL’ INCISIONE A LECCE IN UNA MOSTRA
di Mariagrazia De Giorgi______
All’ ex Conservatorio Sant’ Anna di Lecce, in via Santa Maria del Paradiso 8, ha aperto i battenti ieri “Grapho”- Mostra delle acqueforti prodotte dalla stamperia “ La Stella” di Pasquale Urso (nella foto). Fino al 10 del mese, con orario 10,00 – 13,00 al mattino e 17,30- 21,30 al pomeriggio.
Un omaggio ai quarantatre anni della stamperia “ La Stella” attraverso l’esposizione di circa duecento ottanta autori che hanno fatto la storia di questo laboratorio.
Nel 1974, infatti, nasceva a Lecce, in via Don Bosco, la stamperia “la Stella” fondata da Pasquale Urso, già docente presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce.
Sono trascorsi molti anni da quel 1974 e oggi l’antica stamperia si trova in via Santa Maria del Paradiso a due passi da Porta Rudiae e dalla stessa Accademia.
Nella mostra “Grapho” si possono ammirare acqueforti, acquetinte e puntesecche, che offrono un valido contributo a chi voglia conoscere la storia, la produzione e i tanti artisti che si sono avvicendati nel corso del tempo, rendendo grande l’arte dell’incisione.
Quest’arte sta coinvolgendo e interessando, sempre di più, un numero crescente di persone sia per ciò che concerne le tecniche che presuppongono tempi lunghi ed impegnativi che per i preziosi risultati che si possono ottenere solo attraverso la tecnica consolidata e una grande esperienza.
Pasquale Urso nel difendere quest’arte antica, mette in guardia da possibili falsi dovuti essenzialmente ad interessi commerciali e intende promuovere un’accurata divulgazione, anche scolastica e accademica, delle varie tecniche di incisione e di stampa.
Particolare interesse ha suscitato nell’ambito della mostra, la condivisione effettuata da alcuni collaboratori dell’artista, i quali hanno voluto dimostrare in tempo reale, e davanti allo stesso pubblico, la lavorazione delle matrici e la relativa produzione delle stampe.
A Pasquale Urso va, dunque, un plauso particolare perché ha voluto raccontare e condividere con gli estimatori e, non solo, i quarantatre anni della sua arte, facendo rivivere la vera storia dell’incisione a Lecce.