NOTAP: CARIDDI NON PERVENUTO, BELLANOVA SQUALIFICATA, RIPASSO PER GUIDO
di Eleonora Ciminiello_______Erano le 4 questa mattina quando il presidio #NOTAP presso San Basilio a San Foca ha cominciato a popolarsi: alle 5 erano circa 500 le persone dinanzi al cancello del cantiere, giunte non solo dai comuni della provincia di Lecce, ma anche da Bari, Taranto e su fino alla Val di Susa.
Come supposto qualche giorno fa, il risveglio delle coscienze è in atto: il popolo salentino l’ha dimostrato ieri sera affollando piazza Sant’Oronzo e tutte le strade limitrofe, ma l’ha dimostrato anche stamane quando a raggiungere il presidio, oltre alle donne ed agli anziani dei comuni pugliesi, ci sono stati anche 150 studenti in rappresentanza degli Studenti Autonomi di Lecce, pronti a portare avanti il diritto all’autodeterminazione, resistendo ad oltranza a quest’opera inutile. Le prossime giornate di resistenza a TAP sono state organizzate subito dopo il lungo corteo durante un’assemblea in pubblica piazza: i cittadini non sono disposti a cedere di un passo, e resteranno a presidiare l’area fino a quando le ragioni della difesa del Salento e delle sue peculiarità non prevarranno sugli interessi dell’azienda svizzera privata.
La giornata di oggi ha visto succedersi interessanti avvenimenti: il primo riguarda i comuni firmatari. A quanto pare a firmare l’appello lanciato dal sindaco di Melendugno, Marco Potì, sono 94 comuni, ai quali bisogna aggiungere i commissariati Parabita e Galatina (esclusi dall’appello) raggiungendo in questo modo i 96 comuni. Chi manca? Otranto. Il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi non è ancora pervenuto. Perverrà? L’evidenza ci dice che il suo rapporto con le società del gas è di “fratellanza”, e come dimostra il verbale del consiglio comunale del 28.04.2008, si riduce ad accordi compensativi: “Inoltre, il Consiglio Comunale mi ha dato mandato per valutare, insieme ad Edison, un’ipotesi di convenzione in cui trattare anche le questioni compensative”.
La giornata ha mantenuto alta l’attenzione del mondo politico, non solo locale: il viceministro Teresa Bellanova con delega all’energia è da qualche ora protagonista di una petizione, quella che chiede le sue dimissioni. A lanciarla il Comitato #NOTAP. Le ragioni? Ve le riportiamo:
“Il viceministro Teresa Bellanova con delega all’energia, ex sindacalista salentina della CGIL eletta nelle liste del Partito Democratico in rappresentanza del territorio salentino, da tre anni a questa parte non ha prodotto alcun risultato sulla questione TAP, scarica la colpa verso altri enti come la Regione Puglia, prendendo in giro i cittadini che ben sanno che Tap è spalleggiata dai ministeri e dal governo di cui lei fa parte.
Per cui il viceministro continua a dire che “siamo fuori tempo massimo” e per cui la popolazione salentina dovrebbe sottomettersi a quanto già deciso dal governo, nonostante la contrarietà espressa da subito e in tutte le forme istituzionali.
Eppure nel Febbraio 2013 (alla vigilia delle elezioni) la stessa Bellanova si era eretta a paladina del territorio, considerando “assolutamente condivisibili” le ragioni del Comitato NO TAP in opposizione alla realizzazione dell’opera. Sottolineava anzi – citiamo testualmente – che “la scelta dell’approdo a San Foca sia assolutamente da rivedere”.
Oggi afferma che la partita si è chiusa il 19/12/2013 con l’accordo trilaterale Italia-Grecia-Albania dove si indica come approdo le vicinanza di Lecce. Teresa Bellanova ha perso la fiducia del territorio.
Chiediamo che il Parlamento si faccia portavoce delle istanze delle popolazione del Salento e promuova una mozione di sfiducia verso il viceministro Bellanova.
Ci rivolgiamo inoltre ai segretari dei circoli PD contrari alla TAP, affinchè strappino le tessere in segno di protesta contro questo tradimento e si uniscano ai cittadini che chiedono che la ex-sindacalista prenda atto della sua inadeguatezza, e SI DIMETTA!”
Una giornata come questa non poteva che chiudersi in “bellezza” con l‘assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Lecce, Andrea Guido, che pochi minuti fa ha inviato alla redazione un comunicato.
L’assessore Guido è preoccupato e vuole rassicurare i suoi concittadini sottolineando che “Il micro tunnel per la condotta del gas non passa attraverso il Parco di Rauccio. Di questo i miei concittadini possono esserne certi. Lo dico per tranquillizzare tutti coloro che sono stati raggiunti da questa bufala”.
Una bufala? Siamo costretti a correggere l’assessore alle Politiche Ambientali di Lecce, il quale è stato sicuramente male informato. In realtà risale al 1 marzo 2017 la notizia che la giunta della Regione Puglia è pronta a fornire parere sfavorevole alla Snam Rete Gas che si dovrebbe occupare di eseguire il percorso, lungo 55 km, che da Melendugno conduce a Mesagne. Il parere contrario è stato fornito proprio dal Comitato Via Regionale nell’ambito della Valutazione di Impatto Ambientale Ministeriale. Scendendo nel particolare il Comitato ha sottolineato che i progetti del gasdotto devono attraversare ben 6 aree protette, fra cui Cesine, San Cataldo, Parco del Rauccio, Cerano, Santa Teresa dei Luci e Punta della Contessa. A queste si aggiunge Torchiarolo, sottoposta a sua volta a vincolo archeologico, la via Traiano-Calabra e un’antica via messapica.
Quindi i motivi di parere contrario da parte del Comitato Via hanno ragioni amministrative, perché esclusi dalla consultazione i comuni di Trepuzzi e Squinzano e di carattere generale, perché com’è, a quanto pare, abitudine, il progetto è presentato a pacchetti e non nel suo insieme. Infine, ovviamente, il progetto presenta un impatto sul territorio molto rilevante, sia reale che potenziale.
Sperando di essere stata abbastanza esaustiva rispetto all’affermazione di “bufala” dell’assessore Guido, continuiamo con le sue affermazioni presenti nel comunicato.
L’assessore informa che “ Venerdì scorso, inoltre, ho scritto ai dirigenti TAP e alla ditta affidataria del lavori di espianto e ricollocamento degli ulivi nel sito di San Basilio per richiedere copia del Piano di Gestione degli Alberi.” e continua “Comprendo bene che la contestazione è contro l’opera tutta, calata dall’alto senza il consenso del territorio. Un territorio convinto di portare avanti un altro progetto di sviluppo, quello di un turismo ecosostenibile e finora pluripremiato. Ma almeno vorrei accertare che abbiano usato e stiano usando tutte le accortezze necessarie. Così come è stato fatto un anno fa con i lavori di posa in opera delle condutture del Sinni, la vasta canalizzazione realizzata da Acquedotto Pugliese che oggi dal serbatoio di Salice Salentino si spinge sino a Seclì, snodandosi tra uliveti e contrade densamente popolate. Per realizzare l’opera furono espiantati e riposizionati, dopo un periodo di incubazione in vivaio, circa 2.500 ulivi che si trovavano lungo il tracciato dei lavori. Un’opera per certi versi ciclopica, nella quale si sono sommate le esperienze tecnologiche più sofisticate con la dedizione più amorevole nei confronti di un patrimonio naturale di inestimabile valore: ogni singola pianta, censita con un’apposita targa, fu divelta e quindi, a scavi ultimati, ricollocata al proprio posto, lasciando inalterato il paesaggio.”
Sostanzialmente quindi, per l’assessore Guido sebbene sia l’opera nel suo insieme ad essere contestata “Né qui né altrove” (mi piace ricordarlo), sostiene che vuole accertarsi delle condizioni degli alberi, sperando che gli stessi siano trattati come sono stati “coccolati” quelli spostati per realizzare la canalizzazione del Sinni, vero? Bello no?
L’assessore spiega che “Il timore che per i lavori della TAP stiano portando gli ulivi in un sito a 8 chilometri in un periodo non proprio adatto per farlo, anche dal punto di vista agronomico, mi ha spinto a richiedere l’accesso agli atti. La mia intenzione è di procedere al monitoraggio e al controllo della situazione degli ulivi nel sito di stoccaggio attraverso un gruppo di tecnici miei amici che si sono già offerti di aiutarmi. Queste 200 piante sono solo le prime di 10.000 interessate dal passaggio del condotto. È bene cominciare ad entrare nel merito delle modalità, visto che ormai la frittata è stata fatta.”
“Cominciare ad entrare nel merito”, “oramai la frittata è stata fatta”, non capisco: ma l’assessore Guido è stato informato che il suo sindaco ha sottoscritto un appello in cui si chiede di ascoltare la volontà delle popolazioni locali che ricordiamo sostiene “TAP né qui né altrove” o anche “TAP né moi né mai”?
E “visto che la frittata è stata fatta” secondo l’assessore il Salento perché si sta mobilitando? Non serve il Piano di Gestione degli Alberi perché TAP non dovrà passare da qui, e lui non ha nulla da preoccuparsi. Infine l’assessore conclude “Adesso, in ogni caso, dal punto di vista istituzionale non ci resta che incrociare le dita e sperare che il documento sottoscritto dai sindaci e rivolto al Capo dello Stato, possa sortire gli effetti desiderati”.
L’equilibrismo è una delle attività che mi ha, da sempre, affascinato di più. Quando lo ritrovo applicato in politica, utilizzato per semplice protagonismo e per far accorgere il mondo della propria esistenza, però mi lascia sempre l’amaro in bocca perché mi rendo conto che il politico parla “alla folla” come farebbe con gli alieni: due menzogne qua, un ricordo là, un sorriso di fianco, un pizzico di verità sull’altro ed infine una bella affermazione di intenti in cui mostra la dentatura completa.
Qualcuno per favore gli dica che non funziona più.
Category: Costume e società