IL CONGRESSO PD DA COPERTIN A
(g.p.)______Spopola sui social in queste ore il post sul suo profilo ‘Facebook’ di ieri sera di Anna Inguscio, riguardo il congresso nazionale del Pd celebrato ieri, domenica 26, anche nel circolo del partito di Copertino.
Centinaia di condivisioni, e di commenti scandalizzati, oppure ironici. Il più divertente? Quello di Massimo Potenza: “A Copertino sono ancora indietro.
Nel senso che davanti al seggio non c’era proprio nessuno. Non c’era nemmeno il seggio”.
Ma quello più esaustivo e significativo l’ ha scritto, sempre su Facebook, il collega giornalista de La7 Danilo Lupo, eccolo: “Quello che è successo a Copertino è incredibile. È l’incredibile storia del broglio unanime del congresso Pd…I 256 iscritti erano chiamati a confrontarsi sulle mozioni congressuali (la mattina) e a votare sui rispettivi candidati cioè Michele Emiliano, Andrea Orlando e Matteo Renzi (il pomeriggio). Peccato che intorno alle 12:30 i tre rappresentanti locali delle singole mozioni, dopo una riunione ristretta, hanno deciso che la democrazia era superflua. Bastava mettere a verbale 100 voti per Renzi, 85 voti per Emiliano e 65 voti per Orlando e quel vecchio e fastidioso arnese chiamato “voto” non sarebbe stato più necessario. Che noia il pomeriggio in sezione, meglio tornare a casa a mangiare polpette o andare al mare a fotografare tramonti. I presenti al congresso, una quarantina circa, approvano entusiasti per acclamazione. E gli oltre 200 assenti? Risultano votanti anche loro, anche se non lo sanno. Come Anna Inguscio, la persona di cui sto condividendo lo status, capogruppo cittadina e consigliera provinciale del Pd.
Unico a opporsi: un giovane iscritto, Cosimo Esposito, le cui obiezioni non sono state nemmeno verbalizzate.
Conclusione: quello che è accaduto a Copertino è un broglio. Una cosa che più illegale non si può. Ma soprattutto è un segnale politico gravissimo: gli eredi del partito che fece della questione morale la propria bandiera, in una sezione dove ancora si sente l’eco delle lotte popolari, scelgono con il consenso unanime di tre capibastone (come chiamarli, altrimenti?) di prendere il regolamento congressuale, il rispetto per la politica e perfino la democrazia e di usare il tutto come carta da culo.
Questo è, senza perifrasi. E se pensiamo che è gente come questa che amministra le nostre città, le nostre regioni e il nostro governo, non so a voi, ma a me vengono i brividi”.