LA MANIFESTAZIONE DI COLDIRETTI A LECCE: “Emiliano è l’unica cosa che hanno!”. E PASSARE DAI FISCHI E DAGLI INSULTI, AGLI APPLAUSI È UN ATTIMO. AMICI COME PRIMA
di Eleonora Ciminiello________«Emiliano è l’unica cosa che hanno! Senza la Regione e senza di noi non avrebbero nessuna possibilità di reagire alla calamità che hanno addosso ».
Risponde così il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano all’ingresso della sala dell’Hotel Tiziano di Lecce, dove, ad attenderlo, ci sono gli agricoltori furibondi di Coldiretti.
I contadini dal cappellino giallo manifestano a Lecce sin dalla mattina. Le ragioni? Per descriverle in breve si potrebbero utilizzare la parole di Giovanni Melcarne che alla platea di associati, sindaci salentini e Presidente della Regione Puglia dice: «Sono delle richieste per tutelare le nostre aziende perché noi vogliamo continuare a fare olio d’oliva».
Le richieste nello specifico le enuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, il quale sottolinea «Oggi manifestiamo per l’olivicoltura pugliese, ovviamente nel cratere della xylella Fastidiosa, con rappresentanze delle province di Brindisi, di Taranto, di Bari e di Foggia. È un problema oggi sentito da tutta la Puglia e dobbiamo necessariamente trovare risposte. Quali sono le risposte? Nel cratere oggi c’è il problema di imprese che sono senza reddito da molto tempo. Si stanno vedendo avanzamenti sempre più importanti della malattia: dobbiamo necessariamente trovare il modo di dare respiro e ossigeno a queste imprese; molte di queste hanno fatto investimenti sul PSR della scorsa programmazione e c’è la necessità di dare sui mutui degli allungamenti sulle scadenze, si può lavorare anche sul “de minimis” per quanto riguarda gli interessi; c’è chiaramente l’articolo 5 della norma che oggi prevede il contenimento di questa malattia: è una fortissima limitazione alla libertà imprenditoriale. Non è pensabile che le imprese pugliesi possano trovarsi questa spada di Damocle di non poter piantare gli olivi e tutte le specie che possono essere sensibili a questa malattia. E poi soprattutto la scienza: il laboratorio a cielo aperto di cui abbiamo parlato sempre.».
Il riassunto delle parole del presidente Cantele è breve: aiutare le imprese dal punto di vista economico, trovare una soluzione con le banche, con le quali hanno acceso mutui, abolire il divieto di reimpianto, oltre alla possibilità di considerare il Salento una terra in cui sperimentare “a cielo aperto”.
Ma non è tutto. «Ci sono 11 milioni di euro che sono oggettivamente una goccia nel mare, che nell’ambito della graduatoria di “calamità naturale” possono cominciare ad essere attribuiti, chiaramente gli “indennizzi” per gli agricoltori che hanno subito, prima di tutto chi ha subito in maniera coatta l’espianto e soprattutto gli indennizzi per chi dovrà espiantare purtroppo, e questa è l’amara realtà. Ci sono ormai oltre 140 mila ettari del territorio fra Lecce, Brindisi e Taranto in cui parlare di olivicoltura è ormai oggettivamente impossibile.».
Ascolto le parole pronunciate dal presidente di Coldiretti, quelle enunciate da Giovanni Melcarne e ritornano poche parole, “imprese-reimpianti”. Ma cosa hanno a che vedere queste due parole legate assieme allo striscione che campeggia sul cofano di un trattore “Gli ulivi patrimonio comune: Salviamolo”?
Espiantare e reimpiantare: una forma di protezione un po’ strana quella che si vuole compiere. Perché non dire apertamente invece “Salviamo le aziende olivicole del Salento”, non gli ulivi, non il territorio, non il patrimonio e nemmeno gli agricoltori, badate bene, in maniera molto franca? Solo le aziende, fra cui, ovviamente spiccano agli occhi quelle di Giovanni Melcarne e Gianni Cantele.
Si parla sempre di imprese dotate di partita IVA: sarà a loro che andranno indennizzi e sostegno non a tutti gli agricoltori, benché associati a Coldiretti o a qualsiasi altra associazione di Categoria. SOLO IMPRESE, AZIENDE, NON CONTADINI.
Messo in chiaro questo piccolo particolare cosa ha risposto il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano a queste richieste?
«Adesso si tratta di combattere insieme, non separarci per ragioni spesso di natura politica. È evidente che si sta approfittando di questa malattia per creare fratture tra la Regione e gli agricoltori in difficoltà ma noi non abbiamo paura di niente.» E riguardo gli indennizzi? «Naturalmente la Regione – dice il presidente Emiliano – è pronta a fare tutto ciò che gli agricoltori chiedono, e abbiamo lavorato in questi anni sempre di concerto tra le organizzazioni agricole e gli interessi degli agricoltori. Non abbiamo niente da rimproverarci. Non ci sono stati ritardi di nessun tipo, c’è semplicemente una situazione di gravissima preoccupazione perché le aziende agricole hanno stipulato mutui che a causa del crollo della produzione non sono in grado di rimborsare. Noi abbiamo già preso contatto con il mondo bancario per tentare di allungare i tempi di questi mutui, al fine di aiutare gli agricoltori a superare questo momento di difficoltà. Ma faremo molto di più. Siamo pronti come Regione Puglia a metterci i soldi direttamente, perché questo non è solo un indennizzo ad aziende in difficoltà, giacché olivicoltura per noi vuol dire anche paesaggio, ambiente e turismo. Interverremo senza pensare di operare dei privilegi rispetto ad altre categorie o altre vertenze, ma interveniamo perché ne va l’immagine della Puglia intera».
Da qui probabilmente il lungo applauso: i danni e le necessità delle AZIENDE OLIVICOLE le paga la Puglia, quindi i pugliesi. Ma i piccoli agricoltori che non hanno un’azienda e che detengono la porzione più cospicua del territorio salentino, chi li aiuterà? Probabilmente le agenzie immobiliari, vedremo.
Come si dice? “Una mano lava l’altra e tutt’e due lavano il viso”: per ora un cospicuo gruppo di probabili sostenitori è sistemato, agli altri il presidente ci penserà quando il problema si presenterà, d’altronde questa è sempre stata una questione di affari e consenso politico, niente di più.
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