INDIGNAZIONE POPOLARE PER IL SALVATAGGIO DEL GOVERNO E I ‘PRESTITI’ REGALATI AI POTENTI / IL DISSESTO DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA COMINCIO’ A LECCE
(g.p.)______Piovono in queste ore a getto continuo rivelazioni sui grandi debitori – nomi illustri, di ricchi, famosi e potenti, con le loro aziende e società – del Monte dei Paschi di Siena, al centro da anni di ‘turbolenze finanziarie’, e scandali.
E’ di pochi giorni fa il ‘salvataggio’ operato dal governo, che ha rifinanziato l’ istituto di credito senese con miliardi di soldi pubblici.
Monta l’ indignazione dei cittadini, che trova ampio sfogo sui social network, per tali disinvolte operazioni di credito concesso ai ‘soliti noti’ e mai restituiti: pagati ora da tutti noi, sostanzialmente, se non altro perché quei soldi dati, anzi, regalati dallo Stato ai banchieri del Pd, e agli imprenditori e finanzieri del giro, certo avrebbero potuto essere meglio destinati e meglio impiegati, per le tante emergenze sociali che attanagliano il nostro Paese.
A Lecce, del resto, Il Monte dei Paschi di Siena è di…casa.
Tutti ricordano le vicende della ex Banca del Salento, di Giovanni Semeraro, Lorenzo Gorgoni,, Donato Montinari e Vincenzo De Bustis. poi diventata Banca 121, rilevata negli anni Novanta dal Monte dei Paschi a cifre folli, con i prodotti finanziari fallimentari compresi, che furono uno dei tanti scandali e delle tante operazioni disastrose per le finanze senesi, e per tanti risparmiatori salentini.
Solo in seguito essi si accorsero di aver sottoscritto non dei piani di accumulo di capitale a basso rischio e con prospettive di guadagno illimitate ma dei contratti di investimento ad alto rischio: in molti potenti però ci guadagnarono, e tutto andò a gravare sui bilanci dell’ istituto senese.
Ma questa è un’ altra storia, vecchia, ma ritornata quanto mai attuale, alla luce del dissesto del Monte dei Paschi, ripianato dai soldi pubblici.
Poi, in molti chiedono di sapere chi ha concesso i finanziamenti milionari di adesso, e ha permesso che non fossero restituiti.
Mentre tutti si lamentano di come le banche trattano al contrario i povericristi.
Evviva i benefattori.
Davvero un bel ricordo l’operazione targata D’Alema.