CRISTIAN CASILI (M5S) SULLE EMERGENZE AMBIENTALI DELLE DISCARICHE DI BURGESI E CASTELLINO. L’IMPERATIVO E’ ACCELERARE LE PROCEDURE DI BONIFICA

| 29 Dicembre 2016 | 0 Comments

di Eleonora Ciminiello________Accelerare le procedure, intervenire immediatamente a Burgesi ed avviare una ricognizione definitiva su tutti i siti inquinati del Salento: a chiederlo è il consigliere della Regione Puglia del Movimento 5 Stelle, Cristian Casili, il quale sottolinea come urga «un monitoraggio certo e rapido su quelle che sono le emergenze ambientali del territorio. Oltre a Burgesi tante sono le realtà che meritano attenzione. Penso, ad esempio, ai rifiuti tossici tombati nel Capo di Leuca o alla discarica di Castellino a Nardò, dove sono stati rinvenuti arsenico e pericolosi metalli pesanti nel sottosuolo.»

«Questa terra presenta dati allarmanti sull’incremento di neoplasie, soprattutto riguardo i tumori al rene, alla vescica e al polmone, organi che più di altri sono indicatori del drammatico stato ambientale. Un incremento superiore a quello presente in città industrializzate del Paese» continua Casili «Per questo non bisogna limitarsi all’intervento sulla discarica di Burgesi, ma è fondamentale avviare una ricognizione definitiva su tutti i siti inquinati del Salento».

Il consigliere pentastellato sollecita, innanzitutto, il potenziamento dell’Arpa e soprattutto l’accelerazione delle procedure di bonifica: «I cittadini meritano una risposta sulle mancate bonifiche delle discariche che stanno avvelenando il Salento. O è mancata la volontà politica o sono mancati i mezzi di prevenzione e controllo».

Come sottolinea Casili, l’Arpa da tempo versa in condizioni strutturali precarie, situazione inaccettabile in un’area come quella della provincia di Lecce, invasa da discariche in cui sono stati tombati rifiuti tossici e pericolosi. Senza una macchina di prevenzione e controllo efficiente, è impossibile avere un territorio ambientalmente sicuro, anche perché esso « è costellato di discariche, e non possiamo aspettare le dichiarazioni del pentito di turno per farci dire dove sono posizionate». La parola d’ordine è indubbiamente accelerare le procedure sulle bonifiche «perché i tempi della burocrazia non sono conciliabili con quelli dei tumori».

A Burgesi fa eco la discarica di Castellino.

Gli ultimi dati dell’Arpa, risalenti a 9 dicembre 2016, riguardo la discarica di Castellino, confermano un andamento preoccupante: nei pozzi spia 2 e 3 di Castellino, situati a valle della discarica stessa, si rileva la presenza di nichel e arsenico. In particolare, dagli ultimi rilevamenti dell’Arpa risultano 6 microgrammi/litro in più rispetto ai limiti di legge.

«In buona sostanza» afferma Casili «a Castellino perdura un trend preoccupante che ci impone di intervenire prima che sia troppo tardi. Tutti sanno che la post gestione e la messa in sicurezza non sono mai partite e su Castellino ancora incombe l’azione costante degli agenti atmosferici, che da un momento all’altro potrebbero far implodere la tenuta del percolato causando un disastro ambientale senza precedenti. La Regione sta quindi aspettando che arsenico e nichel schizzino a parametri irrecuperabili? Nelle audizioni e incontri tecnici che ho richiesto nel 2015 e a cui hanno partecipato tutti gli enti coinvolti siamo giunti alla conclusione di un impegno concreto da parte del Governo di verificare se sono state adottate tutte le prescrizioni a cui avrebbe dovuto ottemperare la società privata che gestisce il sito, la Mediterranea Castelnuovo 2 Srl».

Il consigliere regionale pentastellato conclude sostenendo che non è più tempo di tergiversare «se, come credo, si sia verificata l’inadempienza del Gestore. Allora la Regione, come già concordato, deve sostituirsi in danno e procedere nel 2016 alle operazioni di messa in sicurezza prima che sia troppo tardi. È ora di smetterla con i rimpalli istituzionali, si faccia subito chiarezza e si agisca per l’incolumità e la salute dei cittadini neretini che hanno già subito in questi anni le esalazioni e l’inquinamento di una discarica abbandonata, in spregio alla normativa vigente».

Ugento, Acquarica, Presicce e poi ancora Nardò e chissà quanti altri siti, più o meno noti e più o meno legali, disseminati in Salento possono essere considerati bombe esplose o pronte ad esplodere? La traccia evidente, forse l’unica da seguire, è quella rappresentata dai numeri delle patologie che ovunque continuano a mietere vittime. La Salute dei salentini è da tempo un Diritto calpestato, come l’ambiente, da tutti: quando finirà tutto questo?

 

 

 

Category: Costume e società, Cronaca, Politica

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