BUON NATALE NELLA TERZA GUERRA MONDIALE / FEDELE CARTOLINA DELLE FESTIVITA’ BELLICHE
di Annibale Gagliani______
Merry Christmas, Feliz Navidad, Shuvo Baro Din.
E intanto ad Aleppo una pioggia di cruenta indiscrezione spegne gli sguardi sani degli orsacchiotti di umilissimo peluche.
Joyeux Noël, Milad Mubarak, Merii Kurisumasu.
Nel frattempo il padre di Fabrizia Di Lorenzo rompe il respiro affannoso, posando una rugiada d’irrisolto amore affianco a quelle dei parenti delle altre undici vittime di Berlino, che a loro volta confortano i parenti delle ottantasei vittime di Nizza, che a loro volta stringono idealmente al petto i parenti delle trentadue vittime di Bruxelles, che a loro volta lucidano l’anima dei parenti delle centotrenta vittime di Parigi, che a loro volta non dimenticano i vignettisti maledetti di Charlie Ebdo.
Feliz Natal, Zalig Kerstfeest, Mo’adim Lesimkha.
E i venti esseri umani torturati a Dacca dove li lasciamo? E i trentotto villeggianti svaniti nel nulla più spaventoso a Susa? E le scintille affamate di distruzione nella maratona di Boston? Di certo colpi dissonanti del macete nello stomaco di Londra o in punti sperdutissimi della Germania non fanno meno effetto alle masse interattive.
Kala Christougenna, Sretan Bozic, Hristos Razdajetsja.
Si, avete letto bene, non si tratta di un refuso scalmanato: Terza Guerra Mondiale is now! E come potremmo definirla mai una moria continua di innocenti, militari e jihadisti che dall’Eurozona fino ai ciottoli più insignificanti della Siria cancella sogni scontrosi e ideali strampalati? Muoiono tutti i giorni genti di svariate nazionalità: europei, mediorientali, asiatici, americani, tutte le razze del pianeta sono indistintamente rappresentate (a volte con palesi distinzioni di dolore). Un destino arlecchino dall’incredibile apologo e con un comune epilogo: la morte sorprendente, ma non troppo.
E poi ancora, come potremmo definire i continui bombardamenti di uno Stato, nella fattispecie la Siria – ma nemmeno Afghanistan e Iraq scherzano – spesso silenziati dai media di mezzo emisfero? E giusto per esagerare, come potremmo definire il coinvolgimento fisico nella distruzione (non ancora di massa, ma in piccole dosi) di almeno sette, se non otto, Paesi di salomonico peso negli assetti internazionali?
Ve lo ripeto io, anche se mi rendo conto che mette una strizza abnorme solamente pensarlo: Terza Guerra Mondiale.
Natale hilare, giusto per scomodare altresì la trafila dotta.
“In guerra la verità è la prima vittima”. Eschilo, padre della tragedia greca e drammaturgo dalle qualità sountuose, nel pieno del 500 a.c. aveva capito già tutto: l’uomo osava farsi del male e volutamente intendeva ignorarne le ragioni.
La soundtrack che vi abbiamo piazzato alla sommità dell’articolo, Happy Xmas (War is over), dell’eternamente compianto John Lennon, non è la semplice canzoncina da far cantare nelle scuole di tutto il mondo per illuminare le giovani menti o da strimpellare con la chitarra in piazza per sentirci più buoni: rappresenta la bieca constatazione che dal 1971 (anno di pubblicazione della hit pensante) la guerra non è mai finita, anzi, oggi ha moltiplicato la sua potenza sterminatrice grazie alla galoppante irragionevolezza umana.
Buon Natale a tutti coloro che hanno aperto questa cartolina forse non troppo tradizionale, ma indubitabilmente fedele alla realtà.
Buon Natale a tutti coloro che ascolteranno l’evergreen di Lennon guardando anche il video ufficiale, dall’inizio alla fine però, giusto per comprendere il “vero” senso della chanson.
Buon Natale a chi già pensava di essere nel tornado della nuova e digitale World war, anche se non si posizionerebbe precisamente nel suo occhio, diciamo a dovuta distanza.
Buon Natale a chi pensa che questa stronzata della Guerra Mondiale è utile solo agli sciacalli del marketing international, sempre lesti nel dare in pasto merchandising luccicante a ogni individuo.
Buon Natale a chi attraversa queste feste con pochissimo e in compenso regala tantissimo a chi ha accanto (fisicamente o con lo spirito).
Buon Natale ai tutti i bambini del mondo e in particolare a quelli immortali di Aleppo.
“Io sono qui per provare qualcosa in cui credo: che la guerra è inutile e sciocca, la più bestiale prova di idiozia della razza terrestre”.
Oriana Fallaci
Category: Costume e società, Cronaca, Politica