IL MITICO SARCHIAPONE? E’ (RI) NATO A GROTTAGLIE. UN DOCUMENTARIO DI ALFREDO TRAVERSA RECUPERA LE ORIGINI PUGLIESI DEL GRANDE WALTER CHIARI, E RIVELA QUALCHE ANEDDOTO. DELIZIOSO
(g.p.)______Martedì 20 dicembre, alle 21, a Grottaglie, presso la sede della Pro Loco, in via Vittorio Emanuele II, sarà proiettato il documentario “Il complesso di Walter”, dell’ attore e regista teatrale Alfredo Traversa.
Il 20 dicembre ricorre l’ anniversario della morte, a 67 anni, avvenuta a Milano, nel 1991, del grande Walter Chiari, mitico attore che ha lasciato un segno indelebile nella storia del teatro, del cinema e della televisione italiana.
Egli nacque a Verona, nel 1924, e visse poi a Milano. Ma le sue origini erano pugliesi. Il papà era di Grottaglie, agente della Polizia di Stato, poi trasferito al Nord. Del resto, il suo vero cognome, Annicchiarico, è di chiare e precise origini tarantine.
Qualche settimana fa, c’è stata la visita a Grottaglie del figlio di Walter, e di Alida Chelli, Simone Annichiarico (al centro, nella foto), in occasione dell’ intitolazione di una via della cittadina alla memoria del suo grande papà.
Nell’ occasione, anche l’ abbraccio con le anziane cugine, che vivono ancora là.
Alfredo Traversa, sempre attento alla riscoperta e alla valorizzazione di tanti aspetti culturali legati al territorio, e alla riproposizione di motivi e personaggi ‘eccezionali’, come Giovanni Testori e Pier Paolo Pasolini, ai quali ha dedicato gli ultimi due suoi lavori teatrali, ha puntato dunque ora l’ attenzione sulle comuni origini per quanto riguarda un mito come Walter Chiari. Con un doveroso omaggio della sua comunità, e con una meritoria opera di divulgazione culturale. Ma anche con qualche scoperta interessante, e qualche ‘chicca’.
Ha scoperto, Alfredo Traversa, che il famoso ‘sarchiapone’ è nato a Grottaglie.
Sì, quell’ animale inventato, l’ ultimo capolavoro della commedia dell’ arte, dell’ avanspettacolo, poi riproposto anche al cinema e in tv.
Mitico, il canovaccio, con esiti sempre esilaranti.
A bordo di un treno in viaggio, in uno scompartimento ferroviario affollato di passeggeri, quando ancora non esistevano le prenotazioni obbligatorie di Trenitalia, uno di essi, Carlo Campanini, comincia ad armeggiare con uno scatolo coperto da un telo, e riferisce agli altri di avere con sé un sarchiapone americano.
Uno degli altri passeggeri, Walter Chiari, fingendo di sapere di cosa si trattasse, per farsi bello agli occhi altrui, allestisce una conversazione con il proprietario come se ne fosse competente e come se l’animale gli fosse consueto.
Da qui, un esito dirompente, in cui ‘ il sarchiapone’ assumeva tratti via via sempre più spaventosi, a tal punto che tutti gli altri viaggiatori, terrorizzati, abbandonavano a mano a mano lo scompartimento, fino a che alla fine rimanevano solamente Chiari e Campanini, il quale rivelava che si trattava solamente di un pretesto per terrorizzare i passeggeri e poter viaggiare da solo nello scompartimento, dormendo di notte.
La scenetta ebbe una straordinaria diffusione nella cultura popolare, a tal punto che venne in seguito variamente ripresa, e all’ animale inventato venne dato anche una sua propria fisionomia.
Racconta Alfredo Traversa, che proprio a Grottaglie, in un laboratorio di ceramiche artigianali, ne venne realizzato uno ‘vero’, che prendeva spunto a sua volta da racconti analoghi della antica cultura popolare: caso più unico che raro, in cui un’ espressione verbale inventata si trasforma in un ‘oggetto’ concreto.
Un altro aneddoto divulgato da lui nell’ occasione, si riferisce al problematico rapporto che intercorse fra Waltr Chiari e la sua città di origine.
Egli coltivò sempre le sue radici. Anzi, a Grottaglie, nella stessa bottega dove era stato creato, o ricreato che dir si voglia, il suo ‘sarchiapone’, Walter Chiari, poco prima di morire, tenne il suo primo ed ultimo spettacolo nel paese dei suoi natali.
Nel corso degli anni, mantenne i rapporti con parenti e amici.
Ma ufficialmente, al di là del ‘privato’, nel ‘pubblico’ non andava bene.
Ha scoperto, Alfredo Traversa, che l’ ostilità derivò da una circostanza precisa.
Negli anni Cinquanta, dovendosi costruire un Monumento ai Caduti, il ‘notabile’ democristiano del posto, l’ onorevole Gaspare Pignatelli. chiese a tutti i ‘famosi’ della cittadina un contributo in denaro, ma da Walter Chiari, ricevette solamente una foto con dedica. E se la legò al dito, decretando l’ ostracismo virtuale.
Beh, anche Walter Chari comunque, a sua volta, si vendicò, a modo suo: in tante scenette, ed episodi dei suoi film, il più famoso con le sembianze interpretative di Peppino De Filippo, mise in scena un ‘onorevole democristiano’ assai poco onorevole, che aveva per tanti tratti e tante rimandi la chiara matrice del notabile grottagliese Gaspare Pignatelli.
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