Comunque Vada… / CONDANNA ALLA ‘BAGNA CAUDA’
di Elena Vada______
In Piemonte, come credo in tutte le regioni, ci sono due o tre piatti tradizionali, che vanno, obbligatoriamente, fatti e consumati in compagnia, nella stagione invernale, o estiva, quando quel prodotto è giusto e appropriato, per il momento.
C’è chi organizza, questo pranzo o cena, al ristorante (così, noi massaie ci risparmiano la fatica degli acquisti, della cottura e della confusione in casa).
-“…. eh, ma non è la stessa cosa.. la Pina, la Gina, la Tina, la Lina e la Rina sono meglio, è tutta un’altra cosa” – dicono i signori mariti, che più che mettere le gambe sotto il tavolo e muovere le mandibole, non fanno…
Beh, non è proprio vero…C’è sempre qualche bicchiere, o caffè rovesciato, qualche candelina o il camino che possono diventare un rogo.
I nostri piatti sono: Bagna Cauda – Bourghignon – Polenta con Selvaggina – Bollito Misto – Caldarroste. Per la grigliata, il fritto misto, e la paniscia (riso con dentro il maiale) ci vediamo dalla primavera in avanti (per fortuna!).
A chi toccherà quest’anno? I requisisti per avere questo “privilegio” sono: avere il locale grande per ospitare tutti e tutto, possibilmente fuori Torino (ma non troppo), essere in grado, di preparare i piatti prescelti e la pazienza di avere un apocalittico trambusto in casa.
Ma c’è un periodo proprio prestabilito? NO! E come si decide? BOH? Cari lettori, questi sono i misteri della vita, che noi mogli, vorremmo evitare di scoprire, ma che arrivano inesorabilmente come le Feste Comandate.
Più o meno, sono gli uomini che si passano parola, in modo molto spontaneo, come fosse naturale pulire chili di acciughe sotto sale e mondare diverse teste d’aglio, fare salsine d’ogni tipo, pulire verdure d’ogni genere e qualità.
Far bollire i pezzi di carne a seconda il tipo e la dimensione (dalla testina, musetto, alla gallina) e poi ci sono tutti gli antipasti : tomini e acciughe al verde, vitello tonnato, salumi e formaggi vari. E ci sono da tagliare le castagne, da arrostire.
Ci esimiamo dal preparare dolci…tanto ci saranno i panettoni. Se non siete piemontesi, provate a pensare all’odore che si espande per la casa e, se siete in condominio, per tutti i piani. Il giorno dopo nell’ascensore, sul pianerottolo, ovunque i condomini vi chiederanno (con aria d’invidia schifata) :”Avete fatto la Bagna Cauda, eh?” (commentino cattivo, facendo riferimento all’alito, cheeeeeeee si sente, a qualche chilometro di distanza).
Ma torniamo agli organizzatori che cominciano a contarsi dal giovedì, in ufficio: allora c’è Calamandrei (il cqpo-ufficio), Caputo (che canta bene), Ferraris che l’ha fatto l’anno scorso, Esposito (porta le mozzarelle di bufala!), no, no, Sorbelli, no, s’anciuca e a fa casin tute le vire (si ubriaca e fa confusione tutte le volte), Pautasso che porta il vino delle sue cantine e i dischi di liscio, a già, a vuria di (volevo dire) i CD.
Facciamo venire anche al becamort? Al “becamort” (becchino) nell’ex-ufficio di Gallo, è un personaggio tutto particolare. Veste sempre di nero, anche prima che morisse la moglie. Ha i calzini bianchi d’estate, e, di lana spessa (fatti dalla madre) d’inverno. I suoi piedi vengono usati d’estate come insetticida (basta dirgli di togliersi le scarpe per qualche minuto).
Porta il nodo alla scapino e la coppola alla piemontese (a quadrettini) estate e inverno. In tasca ha quella d’emergenza in tessuto impermeabilizzato. In ufficio mette ancora le mezze maniche per non consumare i gomiti e i polsi della giacca, con sotto il panciotto. Ha due o tre medagliette sul rever della su menzionata giacca : Grandi invalidi di guerra – AVIS – Ex Allievi Salesiani – I°al Campionato di Bocce. Nel portafoglio l’immaginetta della moglie, che ogni tanto mostra a tutti e poi bacia.
D’inverno non toglie il cappello e la sciarpa, solo se lo chiama il capo-ufficio. A mezzogiorno, è matematico, consuma: due fette di pane, un formaggino, una mela o un’arancia emezzo bicchiere di vino, da una bottiglietta da ½ litro che tiene conservata, nel cassetto, e che i colleghi, per scherzo, gli finiscono sempre…
Con suo massimo stupore:” OH BOIA FAUS…Na iera ancura mesa buta!” (Ce n’era ancora mezza bottiglia) e poi, vedendo tutti ridere dice:”A…butu tut an cunt, va” (Metto tutto in conto).
Ma si, invitiamo anche Tazzini…Così chiacchiera con le donne dei femminicidi e simili, che sono gli unici programmi che vede, in compagnia della madre.
Eh le donne? Raspini e Mazzoleni che è l’assistente del direttore? Ma si, noi le invitiamo…Tanto diranno sicuramente di no. Sorbelli:”Si sentono così superiori, sono presuntuose!!!”.
– ”Per forza, Sorbelli, quando le incontri sembri un cane da tartufo, quando c’è una bella (ma anche brutta) donna, diventi ridicolo e poco educato. Che diamine, fai cadere distrattamente le cose, i tuoi complimenti sono pesanti, offri caffè non richiesti…. Poi sei sposato, e hai le figlie grandi come loro, stessa età….. anche con i capelli tinti, si vede che hai sessantanni!!!”
Non l’avessero mai detto… In un ufficio è successa la fine del mondo.
– ”Eh già, io sono spontaneo, io faccio tutto davanti a tutti (proprio come fossi un papà), non come qualcuno qui presente, che ha le tresche… e poi io so…..
Il buon, vecchio Tazzini, si alza e dice :”Basta, su ragazzi, non mi sembra bello quello che state facendo, urlate..V’insultate…Guardate che il Direttore Generale ha la porta difronte, shssssssh, zitti, siete peggio dei miei nipoti che fanno le medie……)
Un colpo secco alla maniglia della porta dell’ufficio, che si spalanca. Tutti fermi, silenzio di tomba.
Solo Tazzini si volta e guardando il Direttore, gli dice\ fraternamente, quasi a chiedere indulgenza. :”Ca scusa ne’, Dott. Barberis si discuteva di Juve e Toro…I ragazzi giovani si sono un po’ animati.. Ma a l’è ancura l’ura ad pausa per mangè ( siamo ancora nell’ora di pausa per pranzo).
– ”Che diamine, un po’ di contegno…. Non siamo mica all’Ovatovio!?!?!? Ma, sentivo parlave anche di “Bagna Cauda” ditemi quanto fa (in euro) a testa che io, che sono di Modena, avrei pvopvio desidevio di assaggiave questa specialità! Mi vaccomando a lei Tazzini che è il più sevio e diplomatico. Buona continuazione a tutti!”.
Si sono complicatele cose…. A chi dirlo adesso. Per prenotare è troppo tardi, i ristoranti un po’ decenti sono pieni. “L’unica – dicono quasi in coro – è andare a casa dei Gallo. E’ grande, ha la tavernetta, il camino, eeeeeeeee una cuoca sopraffina: la Signora Rina Gallo!”
Drinnnnnnnnn “Pronto, ciao Rina, tutto bene? Si, si, ho finito vengo a casa a mangiare…Cosa c’è? Mmmmmm BUONO! Come non dico mai buono, quando fai la minestra di cavolo…Ma no, figurati, se ti devo chiedere qualche piacere! Ma no, si parlava col caro Tazzini, sì. Sì, il vedovo va bene te lo saluto…Ricambia con la mano, che quasi, quasi, ci piacerebbe una buona “Bagna Cauda”, quella che sai fare solo tu!!!! e certo ti aiutiamo coi ragazzi…Come cosa vuol dire quel ‘CI?’ Quante persone?…Aspetta che sono a casa e ti dico tutto…Ma sì, ma sì, dai fammi chiudere sto telefonino, ma no sempre gli stessi… sì, sì, sì, sì…E prendo anche il pane …Ciao, ciao, ciao…”…
– Quandi a cumensa a finiss pi’ nen (quando comincia non la finisce più).
Una volta all’anno tocca a tutte! Eh, si, si anche a me!
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