CIAONE
di Giuseppe Puppo______
“In quarantotto ore mi gioco venti anni”, aveva detto alla vigilia del voto, dopo aver voluto e condotto una campagna elettorale personalizzata e incentrata sulla sua figura, per cercare quella legittimazione popolare che il suo governo non aveva mai avuto.
Ma questo è stato solamente l’ ultimo dei suo tanti errori e dei suoi tanti fallimenti.
E’ vero, dopo decenni di tentativi, commissioni, tavoli, studi e proposte, alcune modifiche costituzionali sono un ‘esigenza, ma le riforme costituzionali non si fanno a colpi di maggioranza, per di più frutto di una legge elettorale dichiarata incostituzionale, men che meno può farle un uomo solo al comando, per consegnare l’ Italia ai comandi dei comitati d’affari e delle lobbies.
Ma il popolo non gli ha creduto, e non ha ceduto. In un Del Rio di onnipotenza, oramai raccontava solo favole, con la sua capacità affabulatoria, cui oramai credevano solamente i suoi, e nemmeno più tutti.
Oramai viveva in un mondo blindato, isolato e contestato, dovunque andasse, dalla realtà dei suoi fallimenti.
La realtà, solo fallimenti: dall’ abolizioni delle Province, alla così detta ‘buona scuola’; dal così detto ‘Job act’, ai decreti salvabanche e salvaIlva; dalle trivelle, alla corruzione dilagante.
‘Stanotte la ruota della fortuna gli ha presentato il conto.
Era davanti al bivio: il popolo gli ha indicato la via da prendere: il viale del tramonto. ______
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