ITALIA______
ROMA – La procura di Roma ha chiesto altri 24 rinvii a giudizio. Fra gli indagati, Salvatore Buzzi, ras delle cooperative già sotto processo nell’ambito del filone principiale dell’inchiesta, l’ex capogruppo Pd in Campidoglio Francesco D’Ausilio e l’ex direttore generale di Ama Giovanni Fiscon. Al centro del terzo troncone di inchiesta vari episodi, tra il 2011 ed il 2014, di corruzione, turbativa d’asta, rivelazione del segreto d’ufficio e finanziamento illecito. I pm di piazzale Clodio hanno sollecitato il processo, tra gli altri, anche per gli imprenditori Fabrizio Amore e Flavio Ciambella, Fabio Tancredi, ex direttore del X Dipartimento Tutela Ambientale e del Verde-Protezione civile di Roma Capitale, l’ex sindaco di Sant’Oreste Sergio Menichelli, Nadia Cerrito, ex collaboratrice di Buzzi, Clelia Logorelli, quale dirigente preposto al settore verde di Eur spa, Giampaolo Cosimo De Pascali, appuntato in servizio presso il Reparto Carabinieri Presidenza della Repubblica (Ufficio Direzione Sovrintendenza Centrale Servizi di Sicurezza), l presidente della cooperativa ‘Capodarco’ Maurizio Marotta. Stralciate le posizioni di Eugenio Patanè e Marco Vincenzi, ex consiglieri Pd alla Regione Lazio nelle fila del Pd.
ITALIA______
NAPOLI – Il gup del Tribunale di Napoli, Maria Aschettino, ha condannato a sei anni di reclusione Paolo Cammarota, il custode di Città della Scienza accusato di essere responsabile dell’incendio che la sera del 4 marzo 2013 ridusse in cenere un ampio settore della struttura, che si trova nella zona di Bagnoli, a Napoli. Il giudice ha accolto le richieste dei pm Michele del Prete e Ida Teresi. Sia il gip sia il tribunale del Riesame avevano rigettato la richiesta di arresti avanzata dalla Procura nei confronti di Cammarota (assistito dall’avvocato Luca Capasso) che ha sempre respinto le accuse, anche pubblicamente, affermando di sentirsi “un capro espiatorio”. Città della Scienza era assistita come parte civile dall’avvocato Giuseppe De Angelis. In udienza si sono costituiti anche gli avvocati Giorgio Fontana e Ilaria Criscuolo, legali di parte civile rispettivamente per le assicurazioni Generali e per la cooperativa “Le Nuvole”.
MONDO______
ANKARA – In Turchia ci sarebbe il maggior numero di giornalisti detenuti nel mondo Il ministro della giustizia turco non conosce il numero dei giornalisti incarcerati in Turchia Tweet Il parlamento europeo vota risoluzione per la sospensione dei negoziati di adesione della Turchia Scontro tra Unione Europea e Turchia sui diritti umani Turchia, arrestato avvocato dopo colloquio in carcere con leader curdo Turchia, Il capo del partito Hdp chiede aiuto all’Europa dal carcere Turchia, convalidati arresti nove giornalisti quotidiano di opposizione Cumhuriyet 02 dicembre 2016 Il ministro della Giustizia Turco Bekir Bozdag, ha dichiarato, in risposta a un’interrogazione parlamentare di una deputata del partito filo curdo Hdp, che è “impossibile determinare” il numero di giornalisti attualmente detenuti nelle prigioni turche. In una comunicazione scritta Bozdag ha dichiarato la questione “estranea alle competenze del ministero della Giustizia”, definendo “una mistificazione” voler affrontare l’argomento solo attraverso il numero delle detenzioni. Bozdag ha aggiunto, sulla linea tracciata dal presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdogan, che i giornalisti non sarebbero detenuti in ragione della propria attività professionale, quanto per attività di “propaganda e supporto a favore di organizzazioni terroristiche”. In seguito al fallito colpo di stato dello scorso 15 luglio sono decine di giornalisti sono stati arrestati arrestati con l’accusa di appartenere alla rete golpista di Fetullah Gulen o sostenere i movimenti curdi e il Pkk. Gli arresti sono in gran parte avvenuti secondo le procedure previste dallo stato di emergenza”, in vigore nel Paese dallo scorso 20 luglio. Secondo la sezione di Istanbul della Piattaforma per il giornalismo indipendente (P24), i giornalisti turchi in carcere sarebbero centoquarantasei, mentre la Federazione europea dei giornalisti (EFJ) indica il numero di centoventuno. Il numero dei media chiusi con decreti dello stato d’emergenza è salito a centosettantasei tra cui dodici stazioni televisive.
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