VENERDI’ SERA AL MUST IL VERNISSAGE DELLA MOSTRA FOTOGRAFICA DI BRUNO BRILLARI SUL SALENTO ‘COLTO ALL’ IMPROVVISO’: “ci sono tantissime cose ancora da vedere e da scoprire a breve distanza…”

| 1 Dicembre 2016 | 0 Comments

di Antonietta Fulvio* (giornalista – per leccecronaca.it)______

“Dal cielo in esclusiva” è il nuovo progetto artistico del fotografo Bruno Barillari che, dal 2 dicembre 2016 all’8 gennaio 2017, vestirà le sale del Must, Museo storico della Città di Lecce, in via degli Ammirati, dove l’artista ritorna ad esporre dopo i progetti “Dinamiche sul Mediterraneo” e “Mustintime”,  entrambi realizzati nel 2012.

A svelarne in anteprima il concept lo stesso fotografo, intento stamattina ad allestire la mostra: sedici pannelli di grandi dimensioni che raccontano un Salento colto all’improvviso, «da un insolito punto di vista, dimostrando che la nostra terra, rispetto ad altre, ha un grande valore aggiunto: ci sono tantissime cose ancora da vedere e scoprire sulla breve distanza, parlo di posti vicinissimi a Lecce».

Come la strada del pesce che attraversa l’oasi naturale delle Cesine (San Cataldo), o la strada che costeggia la Litoranea Otranto – Santa Cesarea Terme. Scatti che svelano un manifesto grafico di architetture: come i contorni dei Laghi Alimini (Otranto) e della costa in prossimità di Torre Uluzzo a Porto Selvaggio (Nardò,) o visioni di incanto come la muta sentinella di Torre Miggiano (Santa Cesarea Terme) ma anche architetture antiche, diroccate, tracce di storia e resti indelebili della memoria. Come la chiesa di San Mauro sulla litoranea Santa Maria al Bagno – Gallipoli, o la Cappella del Crocifisso sulla litoranea per San Cataldo.

Fotogrammi che rivelano la bellezza selvaggia del Salento da un versante all’altro dei suoi due mari, da Torre Chianca ad Otranto e Santa Cesarea risalendo da Leuca a Gallipoli, ma addentrandosi anche nell’entroterra, nelle campagne tra Lequile, Nardò e Gallipoli, scoprendone geometrie e campiture di colori che se da un lato evocano dipinti di arte contemporanea, dall’altra lasciano scoperto il cuore contadino, vocazione millenaria di questa terra rossa che però sa essere generosa, nonostante tutto.

Scatti rubati grazie all’utilizzo di un «Drone / occhio / microscopio che del generale coglie il particolare, dell’immenso il frammento, dell’infinito il finito, della dismisura la misura» come spiega nel testo inserito nel libro catalogo il giornalista e scrittore Raffaele Gorgoni che a proposito del nuovo progetto di Barillari ha rimarcato come il «fotografo leccese abbia avuto il coraggio di smentire uno dei più celebri fotografi mai esistiti, Robert Capa, che asseriva: Se le tue foto non sono abbastanza buone, non sei abbastanza vicino».

Particolarmente vicino ai talenti del territorio in questi anni è stata l’amministrazione comunale di Lecce ha ricordato l’assessore Luigi Coclite evidenziando come «Barillari sia colui che meglio di chiunque altro rappresenti il fermento culturale di Lecce che non è più solo una meta turistica estiva: il Must è diventato un punto di riferimento culturale anche per i leccesi che seguono gli eventi e partecipano alle iniziative».

E la mostra, patrocinata e promossa dall’amministrazione comunale, è frutto di un lungo periodo di lavorazione per individuare i luoghi da fotografare e di un sincronismo perfetto con il drone, il Gimbal del pilota Enac Roberto Leone, che ha consentito al fotografo di scattare praticamente “in overing”, simulando la sua presenza in alta quota sebbene ben ancorato sulla terra mentre comandava in remoto la testa alla quale era attaccata la macchina fotografica.

Una trentina di scatti realizzati in pochi mesi, un’accuratissima selezione infine, la stampa diretta in quadricromia su supporto da cm 2 di spessore per una dimensione di cm 180 x 120, tali saranno infatti i pannelli in mostra compreso, per la serata inaugurale, l’apparecchio aereo con cui sono state realizzate le riprese. E in occasione dell’evento espositivo, per i tipi della casa editrice Il Raggio Verde, sarà presentato il libro-catalogo inserito nella collana Libri di Fotografia diretta dallo stesso Barillari. Un volume cartonato, in doppia lingua con i testi tradotti in lingua inglese da Arianna Corvaglia, con gli scatti della mostra raccontata dal testo critico di Raffaele Gorgoni che scrive: «Scatti rubati perché l’ulivo, lo scoglio, il mare, l’onda, la pietra non s’aspettavano di essere colti nella loro intimità da un occhio indiscreto. Sono lì impudicamente distesi al sole, inermi. Tutto dall’alto appare più indifeso, anche la severa torre di guardia, l’aspra scogliera, l’arcigna masseria. È madremare e terrapadre che giacciono nell’abbandono senza tempo sull’ultima soglia oltre la quale o il nulla o il divino. »

Non resta che attendere il vernissage, domani sera, venerdì 2 dicembre, ore 19, ingresso libero, con le bollicine del prosecco Molìn extra dry di Zardetto che sembreranno fuoriuscire da nuvole eteree grazie all’installazione creata da Gianluca Macchia. Taglio del nastro con Paolo Perrone Sindaco di Lecce, Luigi Coclite assessore alla Cultura del Comune di Lecce, Nicola Elia direttore del Must Museo storico della Città di Lecce, il pilota Enac Roberto Leone, il giornalista e scrittore Raffaele Gorgoni che presenterà le immagini in alta quota di Bruno Barillari.

 

 

 

Category: Cronaca, Cultura

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