TROPPI COMPITI A CASA? NO, TROPPO POCHI!
di Giuseppe Puppo______
Gentile avvocato Stefania Isola,
desidero ringraziarLa per i suoi articoli, sempre equilibrati, tempestivi ed interessanti, su questioni di attualità sociale, che tanto piacciono ai lettori di leccecronaca.it e tanto arricchiscono il nostro quotidiano.
Come NON faccio mai nei confronti di quello che scrivono i redattori del nostro giornale, mi sia consentita invece nella fattispecie l’ eccezione di intervenire direttamente sul tema che Lei, al solito con saggezza, documentazione e approfondimento, ha trattato.
Sia pur brevemente, voglio dire quel che penso di questa polemica sui social che sta al solito dividendo gli Italiani.
Mi sono sentito ribollire…
I nostri ragazzi delle elementari, medie e superiori nella media mediocre della maggior parte dei casi studiano mediamente poco, se non pochissimo.
Sono distratti dai nuovi mass-media, che usano per più in maniera acritica e con scarsa cognizione delle potenzialità, di cui subiscono quelle negative.
Non leggono più. Non sviluppano la memoria e la logica. Non conoscono i classici. Parlano l’ Italiano di Fantozzi e scrivono la lingua dello slang e delle emoticon di Facebook. Non sanno concentrarsi, ricercare, trovare un modo e un metodo di studiare, cioè di applicarsi a.
Io ho fatto le elementari e le medie in una scuola di periferia, ancora campagna, a Santa Rosa, nella nostra Lecce al Sud dei Sud dei Santi, mica in un istituto privato d’ eccellenza; e il classico, quello statale, al ‘Palmieri’ come tanti leccesi
Altri tempi, avvocato! In quegli anni Sessanta e Settanta, si leggevano Leopardi, Manzoni, Foscolo alle elementari; ‘il ‘De bello gallico’ (in latino) e Dante Alighieri alle medie; e si passavano ore e ore, dico interi pomeriggi e sere, a tradurre brani di latino e greco al liceo.
Nella scuola dell’ obbligo, ci davano interi brani di autori su cui fare analisi grammaticale, logica e del periodo; nelle superiori, un’ infinità di frasi e versioni.
E quando finivi i ‘compiti’, dovevi andare a fare le ricerche in biblioteca.
Si cominciava a studiare alle 14 e si finiva per cena: il minimo; ma molte erano le notti e le albe, a seguire.
Da 6 a 18 anni.
Non ero io un’ eccezione, eravamo tutti quanti come ‘costretti’, a tenere quei ritmi, senza soluzione di continuità.
Quella scuola, formava, caro avvocato. Formava, perché faceva studiare, anche a casa, ininterrottamente, senza soluzione di continuità.
E poi, quella scuola dava la possibilità al figlio del contadino di diventare un professionista, al figlio dell’ poliziotto di diventare magistrato; di poter fare, insomma, quel ‘salto’ nella ‘borghesia’ che i ‘figli di papà’ col Sessantotto criticavano e anzi disprezzavano.
Oggi, caro avvocato, il figlio del contadino farà il contadino, o il disoccupato; il figlio del poliziotto, se gli va bene, il soldato dell’ esercito, se no il parcellizzato e il precario a vita.
Sa perché, avvocato? Perché quando arriva al liceo classico, o scientifico, non è che non sa cosa sia un accusativo: non sa cosa sia un complemento oggetto.
Oggi, il ceto medio non c’è più.
Tanto oggi i ‘figli di papà’ studiano nelle scuole private e poi all’ estero, e fanno quello che facevano i genitori; gli altri, sono relegati, direi condannati,, all’ emarginazione, proprio da questa scuola pubblica, questa ‘buona’ scuola, che dà motivazioni, allo stesso modo in cui dà preparazione: assai scarsa.
Mi sembra che di tutto questo ci sia una chiara eco nel Suo ‘pezzo’.
I ricchi oggi poi sono sempre più ricchi; i poveri, sempre di più e sempre più poveri.
Lamentarsi per i ‘troppi compiti’ significa aver capito poco e punto della nostra realtà sociale. Che lo facciano i ragazzi, ci sta, ma il bello è che non lo fanno nemmeno, nella loro abulia cosmica. Che lo facciano i genitori, non sta né in cielo, né in terra. Dovrebbero invece lamentarsi che i loro figli studiano poco e male; e pretendere da loro che si facciano il culo sui libri, quale unico, per quanto residuo, modo, per farsi largo nella vita. ______
IL RIFERIMENTO nell’ articolo immediatamente precedente
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